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L'INTERVISTA

Il Papa: «Nella Chiesa non c’è spazio per i mafiosi, uccidono il futuro»

Le parole di Bergoglio contro corruzione e criminalità organizzata al Fatto Quotidiano

Di Redazione |

«Non dobbiamo scivolare dal peccato alla corruzione. Mai! Nella Chiesa, come nella politica e nella società in generale, dobbiamo sempre mettere in guardia dal grave pericolo della corruzione». Lo dice Papa Francesco, in un’intervista al sito del Fatto Quotidiano, nei 10 anni del suo pontificato.

La scomunica

«È molto difficile – aggiunge – che un corrotto possa tornare indietro: una tangente oggi e una domani. Per questo i mafiosi sono scomunicati: hanno le mani sporche di soldi insanguinati. Fanno affari con le armi e la droga. Uccidono i giovani e la società. Uccidono il futuro. Bisogna essere chiari: nella Chiesa non c’è posto per i mafiosi! I beati Pino Puglisi e Rosario Livatino non sono scesi a patti con la mafia e perciò hanno pagato con le loro vite».

La pace in Ucraina

«La pace nella martoriata Ucraina e in tutti gli altri Paesi che soffrono l’orrore della guerra che è sempre una sconfitta per tutti, per tutti». E’ l’augurio del Papa per il futuro nell’intervista concessa al sito del Fatto Quotidiano. «La guerra è assurda e crudele – aggiunge – È un’azienda che non conosce crisi nemmeno durante la pandemia: la fabbrica delle armi. Lavorare per la pace significa non investire in queste fabbriche di morte. Mi fa soffrire pensare che se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame nel mondo perché quella delle armi è l’industria più grande del pianeta. L’8 dicembre scorso, in piazza di Spagna, ho pianto pensando al dramma che sta vivendo il popolo ucraino. È trascorso già più di un anno dall’inizio della guerra in Ucraina».

La globalizzazione dell’indifferenza

«A febbraio – aggiunge – sono stato in Africa, nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, e ho visto gli orrori dei conflitti in quei due Paesi con le mutilazioni delle persone. Una cosa che mi fa soffrire molto è la globalizzazione dell’indifferenza, girare la faccia dall’altra parte e dire: “A me che importa? Non mi interessa! Non è un mio problema!”».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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