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2 Giugno, la mia Patria riconosciuta in una piazza remota e appartata di una città d’Italia

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Ho di recente vissuto un’esperienza, apparentemente comune e di una quotidiana normalità, che si è rivelata essere all’improvviso potentemente e straordinariamente simbolica nel suo manifestarsi.Camminando per strade silenziose e appartate di una città di provincia, quale la splendida Parma, mi è capitato di trovarmi di fronte a una piazzetta con una chiesa, chiusa e negletta, e di osservarne distrattamente la facciata. Il mio pensiero è andato subito ai bellissimi versi di Patrizia Cavalli (1947) che con rara e fulminea efficacia poetica esprimono dell’esperienza di patria fatta da me in quel momento l’idea più intima, segreta e soggettiva, lontana dagli stereotipi tramandati dalla tradizione letteraria. Una patria ritrovata in un’inaspettata e “a sorpresa” esperienza dei sensi, nella bellezza quieta e appartata di paesaggi remoti e solenni, nel silenzio di un cammino “a passo lento” per le vie di una città del nostro Paese.Una vera e propria rivelazione di appartenenza ad un mondo semplice e armonico che ci si augura non venga modificato nel suo millenario perfetto equilibrio di forme, perché lì, nella calma solenne di quelle pietre antiche, c’è la patria, la nostra Patria!

Rosamaria Rita Lombardo

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