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IL CASO

All’Ars spunta una proposta di condono edilizio per le case al mare, protestano ambientalisti e M5s

L'emendamento presentato da Fratelli d'Italia per salvare le costruzioni erette abusivamente dal 1976 al 1985 entro la fascia di inedificabilità assoluta

Di Redazione |

All’assemblea regionale siciliana spunta una proposta per un condono edilizio. E riguarda le case al mare. L’obiettivo è quello di salvare le costruzioni edificate abusivamente dal 1976 al 1985 entro la fascia di inedificabilità assoluta dei 150 metri dal mare. La proposta è di Fratelli d’Italia. Il testo dell’emendamento presentato all’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) porta la firma del capogruppo dei meloniani, Giorgio Assenza.

Questa proposta è stata presentata in commissione Ambiente e verrà esaminata nei prossimi giorni. Si riallaccia al condono fatto nel 1985, la prima grande sanatoria varata a livello nazionale dopo l’introduzione dei vincoli di inedificabilità.

Giorgio Assenza vuole sbloccare una situazione piuttosto complicata che si protrae da 40 anni: «Nel 1985 sono state presentate oltre 400 mila domande – ha spiegato – . Moltissime di queste, ben 207 mila circa, si trovano proprio in questa situazione e per questo motivo sono in un limbo: non sono mai state bocciate, ma nemmeno possono essere approvate. Giacciono negli archivi dei Comuni. Con questa norma di interpretazione autentica diamo una direzione rimediando anche a una diversità di trattamento visto che per situazioni analoghe ci sono state valutazioni diverse da una zona all’altra della Sicilia».

Wwf e Legambiente

Legambiente e Wwf manifestano «tutta la loro contrarietà all’ennesima proposta di condono edilizio presentata in questi giorni all’Assemblea regionale siciliana finalizzata a salvare le costruzioni edificate abusivamente dal 1976 al 1985 entro la fascia di inedificabilità assoluta dei 150 metri dal mare».

«I condoni edilizi costituiscono sempre una negazione dello stato di diritto e un oltraggio alla bellezza, al paesaggio, alla natura, deturpati da interesse speculativi e individuali violando le leggi – sostengono le due associazioni ambientaliste – Poi i condoni sono odiosi sul piano sociale perché creano pesanti disparità tra chi ha rispettato le leggi, in questo caso non costruendo case o magari demolendo gli abusi commessi, e chi, magari avvantaggiandosi di complicità e omissioni da parte di coloro che le leggi dovrebbero farle applicare, è arrivato indenne ed impunito sino ad oggi e potrebbe usufruire del nuovo colpo di spugna. Occorre poi considerare che tutti i tentativi negli anni portati avanti per allargare le maglie del condono edilizio in Sicilia sono falliti e stati dichiarati incostituzionali».

Pe le associazioni «una norma come quella in discussione che stravolge la norma originaria prevedendo la condonabilità delle costruzioni realizzate in violazione del vincolo di inedificabilità assoluta precedentemente imposto, non solo non trova giustificazione sul piano della ragionevolezza, ma contrasta con altri valori ed interessi costituzionalmente protetti, in questo caso la protezione del paesaggio e dell’ambiente, come più volte ribadito dalla Corte Costituzionale».

E invitano «alla mobilitazione l’opinione pubblica e le forze sane della società siciliana» oltre a sollecitare «l’assessore regionale al Territorio ad opporsi a tale norma e invitano i deputati dell’Ars ad avere uno scatto d’orgoglio e stoppare definitivamente questo ennesimo tentativo. È un fatto di civiltà, non solo giuridica, e di credibilità delle Istituzioni tutte».

Il M5s

La deputata regionale del M5s, Stefania Campo, in merito a questa discussione ha detto che «ancora oggi, nonostante sia ormai assodato che la cementificazione selvaggia è stata causa di disastri idrogeologici e di veri e propri attentati ai beni paesaggistici, c’è chi ancora in maniera anacronistica si ostina a mettere le mani nei cassetti degli uffici tecnici per rispolverare pratiche vecchie di 30 anni, per sanare gli abusi edilizi in riva al mare, come nel caso della norma proposta dal collega di maggioranza, Giorgio Assenza, che nella riforma urbanistica in discussione nella commissione ambiente, vorrebbero operare un colpo di spugna su tutti quegli edifici costruiti sulla battigia prima dell’entrata in vigore delle restrizioni».

«Gli immobili in questione furono eretti furtivamente tra il 1976 e il 1985, cioè prima che la legge Galasso perfezionasse il limite di inedificabilità assoluta all’interno della fascia di rispetto dei 300 metri dalla linea di costa – ha spiegato Campo – È chiaro che piacerebbe a tutti godere di una casa a ridosso della spiaggia, con il mare a pochi secondi, ma questo va contro ogni criterio di salvaguardia del bene collettivo. Non si tratta di essere permissivi o intransigenti verso gli abusivi, piuttosto si tratta di avere una visione delle possibilità di sviluppo di un territorio. Legittimare un abuso facendo leva sul cavillo di una vacatio legis non è di certo un buon servizio che si rende ai cittadini. Pur rischiando di essere impopolari, soprattutto per chi oggi teme l’abbattimento della propria casa, noi del M5s ci siamo sempre opposti a qualsiasi forma di bonifica riparatoria, non è una semplice presa di posizione, non si tratta solo di riuscire a cogliere la necessità di una tutela ambientale, di tutela di un paesaggio dunale e marino, già di per sé importantissimi, ma anche di leggere il malessere di quei territori saturi di edilizia residenziale e che oggi sono ridotti a quartieri dormitorio».

I reati del cemento

La Sicilia nel 2022 si è classificata al 3/o posto nella poco lusinghiera classifica delle regioni col maggior numero di reati nel ciclo del cemento. La precedono soltanto Campania al primo posto e Puglia al secondo. A rivelarlo è l’ultimo rapporto annuale di Legambiente in materia, Ecomafia 2023, presentato nei giorni scorsi.

I reati del ciclo del cemento accertati in Italia l’anno scorso sono stati 12.216, con 12.430 persone denunciate, 65 arrestate e 1.530 sequestri. Gli illeciti amministrativi rilevati sono stati 21.119, le sanzioni amministrative 39.265. Il valore economico di sequestri e sanzioni è arrivato a 211.261.814 euro.In Sicilia, i reati del cemento accertati l’anno scorso sono stati 1.057 (l’8,7% del totale nazionale), le persone denunciate 1.036, i sequestri 141 (nessun arresto). Hanno fatto peggio solo la Campania con 1.747 reati (14,2%), 1.855 denunciati, 9 arresti e 283 sequestri, e la Puglia, con 1.282 reati (10,5%), 1.370 denunciati, 21 arresti e 281 sequestri.

In Sicilia, secono i dati delle forze dell’ordine elaborati da Legambiente, dal 2018 al 2022 sono stati accertati 4.842 reati di abusivismo edilizio. Le persone denunciate sono state 4.946, quelle arrestate 2. Sono stati sequestrati 775 immobili.

I reati nel ciclo del cemento sono le violazioni più diffuse in Italia in materia ambientale. Nel 2022 sono stati il 39,8%, seguiti dai reati contro la fauna (21,1%) e del ciclo dei rifiuti (18,3%).Per quanto riguarda i reati ambientali, la Sicilia nel 2022 si è classificata al terzo posto fra le regioni italiane per reati accertati, 2.905 su 30.686 complessivi (9,5%). E’ preceduta dalla Campania con 4.020 (13,1%) e dalla Puglia con 3.054 (10%).

La classifica provinciale dell’illegalità ambientale nel 2022 è guidata da Roma con 1.315 reati accertati, seguita da Napoli con 1.159 e Bari con 1.128. Palermo è al 6/o posto con 735 reati accertati e Catania al 13/0 con 508.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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