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Dissesto Catania, Candiani rassicura Pogliese: «Bisogna stringere i denti fino a dopo le Europee»

Di Mario Barresi |

Catania – L’argomento non era oggetto della conferenza stampa di ieri mattina, convocata da Stefano Candiani per «fare il punto sui risultati della Lega alle Amministrative e sulle prospettive verso le Europee». Eppure, quando i cronisti hanno sollecitato il viceré salviniano di Sicilia sul default del Comune di Catania, Candiani – mimando un cambio di costume – ha indossato i panni del sottosegretario all’Interno. Come se non vedesse l’ora di rispondere proprio a questa domanda. «Sono in città da ieri (martedì per chi legge, ndr) e ho fatto tantissimi incontri istituzionali», ammette. Anche con il sindaco? «Sì, l’ho visto stamattina (ieri, ndr), ho visto pure il prefetto. E con loro ho parlato soprattutto della grave situazione che sta vivendo Catania», dice mentre l’assessore Fabio Cantarella annuisce.

Candiani ha ben presente la bomba sociale – gliene hanno parlato, nelle diverse vesti, tanto Salvo Pogliese quanto Claudio Sammartino – e non a caso scandisce una frase, pregando di «riportarla esattamente, perché non vorrei essere frainteso». Da uomo del Viminale dice: «A Catania, finora, c’è stata una gestione estremamente garbata del problema. E ho rispetto di questo, perché se esplodessero esasperazioni sarebbero comprensibili». Poi, entrando nel dettaglio, afferma: «Il caso Catania ci è molto caro, tant’è che abbiamo messo un paletto al salva-Roma, dicendo esplicitamente che se si fa qualcosa va fatta anche per Catania e per gli altri Comuni in dissesto».

Ma non è troppo poco? A maggior ragione con un sindaco di destra, in potenziale avvicinamento alla Lega, i catanesi si aspettano molto di più dalla componente verde del governo gialloverde. Sull’equilibrio politico il braccio destro fa scaricabarile: «Per me si potrebbe portare in Consiglio dei ministri anche domani mattina. Non è soltanto una questione politica, ma di ordine pubblico. E vorrei che questo fosse chiaro alla controparte di governo». Fin qui la parte ufficiale, davanti a telecamere e taccuini. Ma cosa ha detto Candiani al prefetto e al sindaco? A La Sicilia risulta che il sottosegretario ha chiesto ai suoi interlocutori, soprattutto all’inquilino di Palazzo degli Elefanti, di «stringere i denti fino a dopo le Europee». Sì, perché a Roma ci sarebbe un accordo fra Lega e M5S per inserire nel salva-Roma un paio di articoli ad hoc per Catania. Ma i rapporti, in questi giorni tesi come non mai, fra Salvini e Luigi Di Maio, hanno consigliato alle “colombe” di entrambi i fronti di «non aggiungere altri contenziosi in campagna elettorale».

E da qui la richiesta di aspettare. Fino a quando? «Al massimo entro la prima metà di giugno», è la dead line indicata. «Non oltre, perché non so nemmeno se ci arriviamo, a fine giugno», avrebbe chiarito Pogliese. Che ha comunque strappato un paio di impegni che entrerebbero subito nella norma. Il primo riguarda la sospensione dell’obbligo di restituzione dei 2/12 di anticipazione di tesoreria: una partita da 66 milioni, col fischio finale già fissato al 23 luglio. La richiesta di Pogliese è di stoppare questa uscita fino alla fine del dissesto, ma un buon compromesso – questa è la controproposta sui tavoli romani – sarebbe 18 mesi di sospensione nel salva-Roma. Il secondo impegno, più ambizioso a lungo termine, riguarda un altra voce pesantissima del monte-debiti da mettere nel congelatore: le rate dei mutui. Per il Comune di Catania c’è una cifra-monstre, 954 milioni, da restituire fino al 2044. E anche in questo caso il periodo iniziale di dilazione sarebbe di un anno e mezzo, con un controvalore di circa 50 milioni di “ossigeno” per le casse di Catania. Più complicato, invece, inserire già nella legge di giugno l’altra istanza della quale il sindaco Pogliese s’è fatto portavoce a livello nazionale: far pagare la Tari nella bolletta elettrica. «L’accordo con i grillini su questo aspetto è quasi chiuso, va limato. Ma per metterlo nero su bianco passerà del tempo e non conviene puntarci già dentro il salva-Roma», è il lungimirante consiglio che arriva dalla sponda leghista del governo. E qui la posta in gioco, come si sa, non sarebbe una tantum bensì strutturale: stimati 40 milioni l’anno di maggiori entrate. Più percorribile, infine, un altro sentiero che – anche grazie agli sherpa di Palazzo Chigi e Viminale, dopo una visita di Pogliese, martedì scorso – è stata trovata. Ci sarebbe già un fondo per i Comuni dissestati, risalente al 2016, con alcuni residui (si parla di alcune decine di milioni) che potrebbero essere utilizzati come anticipazione straordinaria a Palazzo degli Elefanti. I tecnici sono divisi sul come sbloccare questo plafond: basta un decreto ministeriale, oppure – come emerso nelle ultime ore – ci vorrebbe anche in questo caso una legge, trattandosi di soldi da reimpiegare per una destinazione diversa da quella iniziale? In ogni caso è un’altra speranza. Concreta.

E ora s’aspetta. Si deve aspettare, non c’è alternativa. Fino al dopo-Europee. Stressando al massimo la capacità di resistenza di una città già stremata. Che, il prossimo 21 novembre – questa è l’altra notizia rivelata da Candiani – riceverà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita ufficiale in occasione della Festa di vigili del fuoco. Chissà che in che condizioni sarà, per quella data, Catania.

Twitter: @MarioBarresi


Le misure sul tavolo del governo

  1. Sospensione dell’obbligo di restituzione dei 2/12 di anticipazione di tesoreria: una partita da 66 milioni, con scadenza 23 luglio. Pogliese chieda di stoppare l’uscita fino alla fine del dissesto, ma la controproposta del governo è 18 mesi di sospensione
  2. Sospensione delle rate dei mutui: anche in questo caso 18 mesi di ossigeno (50 milioni il valore) su un monte-debiti di 952 milioni fino al 2044
  3. Tari nella bolletta elettrica: ci sarebbe un accordo Lega-M5S, ma ci vule più tempo per formalizzarlo e la norma non entrerebbe nel salva-Roma; a regime un’entrata fissa di 40 milioni l’anno
  4. Anticipazione straordinaria: un fondo per i Comuni in dissesto con decine di milioni di residui; si studia come utilizzarlo
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