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Asp 7 Ragusa, Ficarra: «Ecco come cambio la sanità iblea»

Di Franca Antoci |

Nota dolente per l’ospedale Busacca di Scicli. «Ho portato nei locali adiacenti al Pronto soccorso, Pte e guardia medica perché confacenti, sicuri e facilmente accessibili. Non posso certo rischiare che un passaggio a livello chiuso blocchi l’ambulanza del 118 e metta a rischio la vita di un paziente – evidenzia Ficarra che si è presentato in Consiglio comunale su invito del sindaco Enzo Giannone e non ha disdegnato risposte e spiegazioni – L’apertura della circonvallazione risolverà un problema che non è certo dell’Asp ma riguarda piuttosto il Comune di Scicli e la Protezione civile». Per quanto riguarda gli interventi strutturali, al Busacca non sono stati lesinati fondi visto che ha ricevuto 8 milioni 150 mila euro lavori di completamento e ristrutturazione, 1 milione 580 mila 358,12 euro per l’adeguamento dei servizi antincendio e 1 milione 931 mila 548,80 per l’adeguamento degli impianti elettrici. Risultano completate le opere di Psichiatria (padiglione D), Nefrologia e dialisi (padiglione E con 8 posti letto + 1 infettivo e con un servizio dialisi coperto per 12 ore che ne lavora soltanto 6), Medicina riabilitativa (padiglione F con 18 posti letto), Centro raccolta sangue Avis e farmacia (padiglione G), ex Lungo degenza (padiglione H dove i lavori, mancanti soltanto della pitturazione sono stati completati nel 2011 e i cui locali sono oggetto della convenzione con l’Irccs Bonino Pulejo di Messina), Morgue (padiglione L pronto e inattivo perché spoglio delle attrezzature del servizio non previste dal progetto) e piscina fisioterapica di riabilitazione (l’unica in provincia) nel padiglione M. E infine il padiglione N, debitamente ampliato, è destinato a ospitare al piano terra Pte h 24 e guardia medica con una dotazione di 10 infermieri e 4 medici. Insomma un quadro che non presenta criticità. Il commissario non commenta né entra nel merito delle aspre critiche di cui è stato oggetto a Scicli. Si limita ad allargare le braccia prendendo atto della disponibilità dei consiglieri comunali sciclitani al dialogo.

L’aria di piazza Igea è diventata più respirabile e, nonostante la giornata uggiosa e l’acqua infiltrata al centro della sala centrale su cui si affacciano gli uffici, l’atmosfera è solare. L’ufficio dirigenziale ha ritrovato un antico scrittoio in legno, il salottino d’epoca e le librerie a vetrate coprono le pareti su cui a giorni finiranno i grandi quadri appoggiati qua e là: «Non mi piacciono i mobili moderni» dice Ficarra scusandosi per il disordine. Nella stanza accanto c’è ancora il direttore amministrativo Elvira Amata. Ancora per poco: «Si è dimessa e l’ho sostituita con Salvatore Lombardo che prenderà servizio il 18 ottobre». Stringata e senza sbavature l’affermazione del commissario. Che forse non sa che il direttore amministrativo, prima di lasciare, e il direttore sanitario Giuseppe Drago, che al momento resta visto che il suo contratto scade il prossimo 31 gennaio, hanno incassato una determina che liquida l’indennità di carica e premio di produzione. Così Elvira Amata ha un’indennità di 118.106,67 euro e un risultato di 23.621,33 euro per l’anno 2015. Con un doveroso aumento per l’anno 2016 che vede un compenso di 128.843,64 euro e un risultato di 23.768,73 euro.

Giuseppe Drago ha invece un’indennità di 137.236,44 e un risultato di 27.447,29 per l’anno 2015. Cifre che mantiene dignitosamente inalterate anche per il 2016. L’ex direttore generale Maurizio Aricò con i suoi 130.147,08 euro guadagna meno di Drago ma soprattutto non ha ancora alcun risultato. La stranezza è che i risultati degli altri due amministratori scaturiscono, secondo un calcolo ben preciso, dal risultato raggiunto dal manager. E giusto per dare un’occhiata ai risultati raggiunti dalla dirigenza sanitaria dell’Asp 7, come dimenticare l’estate che doveva consacrare l’inaugurazione dell’ospedale Giovanni Paolo II? Altra nota dolente per il commissario Ficarra trasferito all’Asp 7 nel clou di un disastro che non ha precedenti né in provincia né probabilmente altrove. «E’ in corso l’aggiudicazione delle gare d’appalto per il completamento dei lavori» dice Ficarra che non vuole entrare nel merito di quanto è stato fatto. Anzi, di quanto non è stato fatto. «Le ricordo che è in atto un’indagine della Guardia di finanza» si limita ad osservare per giustificare la sua reticenza. «Riteniamo di ultimare le gare a dicembre. Intanto abbiamo asfaltato l’esterno e affidato la direzione dei lavori all’architetto Di Martino, all’ingegnere Cilia e affidato la cura degli impianti al tecnico per le certificazioni Carmelo Spirio». Il commissario Ficarra non si addentra nei dettagli ma gli interventi in atto devono servire a completare i quadri degli ascensori, il sistema antincendio e la pressurizzazione delle sale operatorie. Nulla di nuovo praticamente sulle criticità denunciate nel corso dei mesi estivi con buona pace dei santi protettori dell’ex manager Aricò che ancora oggi tentano maldestramente di deviare le gravi responsabilità di un trasferimento cominciato male e finito peggio. L’ospedale Giovanni Paolo II non era pronto a giugno scorso e magari lo sarà entro il giugno del 2018. Con collaudi certificati e Scia. Sui tempi di trasferimento, il commissario Ficarra non si pronuncia: «Il cronoprogramma sarà stabilito e concordato con i medici soltanto quanto la struttura sarà del tutto finita e collaudata».

E l’ospedale Civile? Ficarra conferma che lì saranno trasferiti tutti gli uffici amministrativi dell’Asp che risparmierà le cifre vertiginose di affitti sparsi per Ragusa e dintorni: «Qualunque spesa di adeguamento e manutenzione, considerato il cambiamento in atto, sarebbe sprecata – precisa Ficarra – dobbiamo pazientare». Intanto il Laboratorio analisi è rimasto nell’ospedale nuovo e lì sarà messo in funzione a breve. Il trasferimento sarebbe stato eccessivamente oneroso. E di oneri bisognerà che qualcuno parli con la Corte dei Conti che dovrà individuare chi risponderà del danno erariale causato da un trasloco definito quanto meno azzardato anche dai tre ispettori regionali mandati dall’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi dopo le pressioni politiche, sindacali e sociali. Era il 5 luglio scorso. I funzionari dovettero prendere atto dello sfascio che bloccò tutti gli ospedali della provincia anche se conclusero la relazione formulando l’assicurazione della direzione sanitaria, rappresentata dalla triade Aricò, Amata e Drago: entro il 21 luglio sarà tutto risolto con la formalizzazione della Scia. Che ad oggi, ovviamente, non c’è e non può esserci. Come credere che i diretti interessati fossero in balìa di tecnici e professionisti tanto incompetenti da non capire o sapere che la carenza strutturale del Giovanni Paolo II era tale da richiedere un altro anno di interventi rispetto alla data stabilita per tagliare il nastro inaugurale e, soprattutto, per trasferire reparti e pazienti? Il peggio sembra essere passato e l’ultima parola spetterà ai magistrati che, con i tempi propri della giustizia, dovranno individuare le responsabilità di ognuno.

Il Maria Paternò Arezzo? «A Ibla – dice Ficarra – interverremo nei reparti che rimarranno attivi come i poli Oncologico e Oculistico». E altro non dice. Perché risolti i problemi logistici dettati dalla priorità, c’è lo scoglio del Piano di riordino della rete ospedaliera regionale. Ad oggi, un’incognita.

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