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Ragusa, niente più ambulanze medicalizzate dal Primo maggio. Firrincieli: “Situazione pesante”

Il consigliere comunale Cinque Stelle lancia l'allarme e sollecita l'intervento del sindaco

Di Redazione |

“Le condizioni complessive della Sanità locale rischiano di diventare sempre più critiche. Come se non bastassero i tentativi, alcuni sventati in extremis, di penalizzare l’ospedale di Ragusa Giovanni Paolo II, con una serie di chiusure ventilate che, per fortuna, sono state bloccate, dal Primo maggio sembra che saremo costretti a fare i conti con un altro problema molto serio”. Lo dice il consigliere comunale dei Cinque Stelle, Sergio Firrincieli, manifestando la propria preoccupazione per gli allarmi che sono stati lanciati dagli addetti ai lavori. “Ci risulta, infatti, che da mercoledì prossimo – aggiunge Firrincieli – non ci saranno più ambulanze medicalizzate nelle postazioni di casa nostra, quindi niente più medici a bordo ma solo autisti soccorritori e infermieri. I medici in forza alla postazione Ragusa 1, un tempo vero e proprio esempio di eccellenza in ambito regionale, hanno effettuato scelte diverse e tutto ciò, naturalmente, finirebbe con l’avere ripercussioni pesantissime ai danni della comunità ragusana. Ecco perché chiedo al sindaco, in quanto massima autorità sanitaria cittadina, di verificare come stanno realmente le cose e, nel caso in cui la situazione dovesse effettivamente, come sembra, essere così grave gli chiedo di valutare quali possono essere le contromisure da adottare. Ci rendiamo conto che i medici, al giorno d’oggi, sono merce rara e che, in quanto liberi professionisti, gli stessi si orientano a compiere le scelte che possono risultare più conducenti agli obiettivi che hanno da raggiungere. Tuttavia, più che un lavoro svolgono una missione e se la comunità in cui vivono ha bisogno di loro, carriera e tornaconto personale dovrebbero passare in secondo piano. Non si può lasciare sguarnito in questo modo un territorio come quello di Ragusa, con una popolazione così consistente, soprattutto alla luce di tutti i problemi che si potrebbero concretizzare. Siamo disponibili tutti insieme a cercare soluzioni, ma se a queste sollecitazioni e disponibilità offerta dovessimo riscontrare immobilismo e indifferenza, allora saremo intransigenti e implacabili nella battaglia politica e di civiltà al fianco della collettività”.

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