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Covid in Sicilia, rimodulati gli ospedali: ecco la mappa dei posti letto

Di Redazione |

Il quadro è cambiato. E «appare evidente», nell’«attuale scenario epidemico», segnato da un «allarmante dato sulla mortalità» negli ospedali siciliani, che anche la strategia anti-Covid sia modificata. La Regione lo mette nero su bianco nella “rimodulazione delle rete ospedaliera Covid-19”, operativa dopo il via libera del Comitato tecnico-scientifico: oggi «non è derogabile», si legge nella relazione, attivare «una più adeguata e diversa gestione della attuale, crescente curva epidemica presente sul territorio regionale», con un’offerta fondata su «un numero sufficiente» di ospedali «con adeguata distribuzione territoriale» per assicurare «un idoneo e consistente numero di posti letto nelle diverse discipline che caratterizzano il percorso del paziente Covid».

E allora la strategia della Regione muta, passando «da un modello a fisarmonica relativo al riassetto organizzativo del singolo ospedale a un modello a fisarmonica inglobante l’intera rete sanitaria regionale».Come? Il piano, anticipato su La Sicilia di ieri, prevede tre diversi livelli di cura dedicata esclusivamente a pazienti Covid: alle terapie intensive e alle degenze ordinarie si aggiungono i ricoveri in “bassa intensità”, «Rsa, Ipab e Cta, oltre che hotel convenzionati per ospitare – spiega l’assessore alla Salute, Ruggero Razza – i pazienti meno gravi ma comunque bisognosi di assistenza sanitaria».

E tutto ciò con la rassicurazione che la sanità siciliana non resterà chiusa per l’emergenza virus. «Lo sviluppo del piano, fortemente voluto dal governo Musumeci, tiene conto – precisa Razza – del mantenimento dell’assistenza sanitaria per le altre patologie non Covid. La Sicilia, infatti, è una delle Regioni che al momento non ha sospeso le cure diverse dal Coronavirus né ha ridotto gli interventi programmati».

Ma veniamo ai tempi e ai numeri. Il piano prevede due diversi orizzonti temporali. Il primo è imminente: entro il 15 novembre. A quella data il governo regionale assicura l’attivazione di 272 posti di terapia intensiva e di 1.536 degenze ordinarie, tutti esclusivamente dedicati ai contagiati dal coronavirus. A questi si aggiungono 689 posti per pazienti meno gravi in strutture non ospedaliere. Ma dopo 15 giorni è previsto un ulteriore aumento della capienza: le terapie intensive raggiungeranno, all’ultima scadenza, 416 posti dedicati esclusivamente al Covid «a cui potranno aggiungersi posti di terapia sub-intensiva convertibili a seconda delle eventuali necessità». Le degenze ordinarie raggiungeranno 2.384 ricoveri dedicati, mentre saranno 812 i posti letto a disposizione nelle strutture a bassa complessità.

L’offerta di posti Covid, a regime, si concentrerà nei territori delle tre Città metropolitane: a regime, e cioè entro la fine del mese, 251 posti di terapia intensiva sui 416 programmati e 1.502 per i ricoveri ordinari su una disponibilità finale di 2.384. Si punta molto sugli ospedali (e non solo) di Palermo, Catania e Messina, «particolarmente interessate dal contagio». Scendendo nel dettaglio etneo, il San Marco sarà un hub-Covid, con 28 terapie intensive e 100 degenze ordinarie, che diventeranno 150. Così gli altri ospedali: 20 rianimazioni e 60 posti Covid al Garibaldi Centro, mentre a Nesima soltanto 60 degenze ordinarie e al Policlinico solo 14 terapie intensive; al Cannizzaro 7 rianimazioni (9 a regime e 40 (90 a fine mese) in reparto. Un contributo sarà dato anche dagli ospedali di provincia: Acireale (a regime 14 e 90 posti) e Biancavilla (8 e 40). A Palermo l’hub è il Cervello (al 30 novembre 24 terapie intensive e ben 250 degenze ordinarie), mentre a Messina si punta sul tandem Policlinico-Papardo: a regime, in tutto, 31 rianimazioni e 141 posti ordinari. Anche la sanità privata avrà la sua fetta di posti nel nuovo piano. Indicate come Aiop nella tabella ufficiale, le cliniche a regime daranno un contributo di 20 terapie intensive (12 nel Catanese) e 250 degenze ordinarie (150 a Catania e 80 a Siracusa), con l’Ismett che mette a disposizione 10 rianimazioni che diventeranno 20.Nella riunione del Cts di martedì notte s’è risolto anche il caso, piuttosto burrascoso nel dibattito fra gli esperti, dell’ospedale di Petralia. Nella prima fase saranno «posti tecnici di area critica con anestesista dedicato»; nella seconda subentrerà una «convenzione con la Fondazione Giglio e terapia in loco». Nel Ragusano, infine, una postilla per gli ospedali di Modica e Vittoria: i 4 posti d’intensiva a testa saranno «tecnici di area critica con anestesista dedicato»Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA