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Calaiò, un addio da capitano: «Il Catania resterà nel mio cuore»

Calaiò, un addio da capitano: «Il Catania resterà nel mio cuore»

Emanuele saluta la città: «Sognavo di tornare in A e invece... Ma questa piazza merita di più»

Di Giovanni Finocchiaro |

Giovedì scorso, Emanuele Calaiò è entrato per l’ultima volta al Village di Torre del Grifo. Ha salutato tutti gli inservienti, i massaggiatori, i compagni, i dirigenti. Aveva già dato disposizione di sciogliere il contratto, così come il Catania gli aveva chiesto. Un contratto importante, snellito dallo stesso ormai ex capitano che ha rinunciato a soldi per non creare intralci nel nuovo percorso d’emergenza del club rossazzurro. Leader fino alla fine, Calaiò, anche in questo senso, in modo da non lasciare strascichi in negativo. Ieri, Calaiò, ha firmato con lo Spezia. Tre anni di accordo, una nuova vita sportiva, una svolta a sorpresa perché Emanuele avrebbe, a un certo punto, magari voluto chiudere la carriera a Catania: «Quando ho accettato di tornare in Sicilia l’ho fatto con entusiasmo. Avevo coltivato a lungo il sogno di tornare in Serie A. Fallita la prima stagione, avevo pensato di riprovarci, gli ultimi avvenimenti mi hanno portato lontano da qui perché sono maturati eventi che hanno anche costretto la società rossazzurra a scegliere così».     Calaiò lascia a Catania molti amici e una traccia importante: «Ho conosciuto persone vere, tifosi affezionati. Adesso sono feriti e questo mi fa star male. Io credo che dopo un periodo di difficoltà, il Catania potrà riprogrammare qualcosa di grande, perché una grande piazza come quella rossazzurra non può vivacchiare, ma sarà destinata a vincere nuovamente. Mi spiace davvero, tornerò qui a trovare persone care che ho lasciato controvoglia. La vita di calciatore, a volte, impone delle scelte obbligate. Allo Spezia mi hanno accolto benissimo anche il primo giorno, sono pronto a giocare con tutto l’impegno possibile, lo stesso impegno che ho cercato di mostrare indossando la maglia rossazzurra».     Diciotto gol (la rete più bella in rovesciata contro il Varese, al Massimino), partite disputate da migliore in campo, una voce importante nello spogliatoio che traballava settimana dopo settimana. Calaiò è stato il personaggio che i tifosi hanno rispettato maggiormente in una stagione in cui si sono salvati in pochissimi, in un campionato in cui sono falliti i progetti di Pulvirenti e Cosentino nonostante i cambi radicali operati sul mercato di gennaio.     Quando ancora doveva scoppiare la bufera, annientando i sogni dei tifosi e i programmi della società, Calaiò era stato chiamato per primo in sede. I dirigenti avrebbero voluto costruire la squadra attorno a lui perché in B i 18 gol e la personalità di un atleta esperto e responsabile rappresentavano una garanzia di rilancio. Emanuele aveva detto subito di sì, poi il ciclone scommesse ha costretto il Catania a vivere una terribile emergenza e il ragazzo a cercare altre soluzioni per questioni economiche.     Calaiò lascia col magone: «Ho messo la faccia in tutto quello che ho fatto, nel bene e nel male, ho vissuto l’umore della città anche quando sono cambiati gli obiettivi mi spiace per quello che si vive adesso. Spero che il Catania possa ripartire comunque con una vitalità nuova. Io sono pronto a ripartire con una nuova maglia, ho molto da dare, ci metterò sempre il cuore come ho fatto a Catanie a negli altri posti in cui mi hanno dato fiducia».     Un ultimo pensiero ancora per i sostenitori del Catania: «I tifosi rossazzurri li saluto con affetto, mi hanno sempre trattato bene, Catania rimarrà sempre un pezzo importante. Breve, ma molto importante della mia carriera, ho lasciato ricordi e spero anche di aver tracciato un piccolo segno. Ero stato accolto con un pizzico di scetticismo perché originario di Palermo, ma in campo ho sempre giocato con grinta, al di là delle prestazioni, ho sempre tentato di offrire il massimo. A volte sono riuscito, a volte no, ma mai sono rientrato nello spogliatoio non affaticato. Tutt’altro».     L’arciere del Catania ora è l’arciere dello Spezia. Che peccato. Un altro capitano dopo Spolli, Biagianti, Izco, se ne va prima del previsto.

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