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Tutti pazzi per Petkovic, l’ex del Catania che ha eliminato il Brasile

L'attaccante della Croazia ha pareggiato nel secondo tempo supplementare il gol di Neymar e ha trascinato la sua Nazionale ai rigori: ora si gioca la finale

Di Giovanni Finocchiaro |

Sui social, i tifosi del Catania che vissero le ultime due stagioni dei rossazzurri in Serie A, lo hanno ricordato con rimpianto. Anche con qualche critica, perché Bruno Petkovic – allora diciottenne – non brillò particolarmente nella massima categoria. O, comunque, aveva poco spazio. Rolando Maran lo aveva fatto esordire contro il Torino il 19 maggio 2013. Un minuto più recupero al posto del Papu Gomez, figuriamoci. E, nella stagione successiva, fu un disastro per tutti. Il Catania sprofondò in B dopo che Maran fu allontanato e De Canio non si raccapezzava proprio. Utilizzando, qualche volta, sì, il croato, ma a centrocampo.

Ma quella era una stagione orribile che solo Maurizio Pellegrino, negli ultimi giorni di agonia, ha reso meno amara vincendo partite che sembravano impossibili. Troppo tardi. Petkovic, acquistato grazie all'intuizione di Sergio Gasparin, direttore gentiluomo, che accolse la segnalazione di uno specialista del calcio croato come Cristian Argurio (allora capo degli osservatori rossazzurro) chiuse il contratto alla cifra irrisoria di 100 mila euro. Tutto compreso, si badi bene. Bruno in Primavera, nella squadra allenata da Giovanni Pulvirenti, esordì a gennaio perché il tesseramento era complicato (la Croazia non era ancora un Paese comunitario) e fece subito faville. In prima squadra era troppo chiuso da grandi nomi e troppo giovane.

Poi, dimessosi Gasparin, fu la gestione successiva, con l'avvento di Cosentino a registrare i passaggi di Petkovic, ceduto al Varese in prestito, poi alla Reggiana e ancora all'Entella e infine al Trapani. Nel 2016 il club granata, sfiorata la Serie A grazie alla fiducia di Cosmi, riscatta Petkovic ancora a cifre irrisorie: 300 mila euro e nel 2017 lo cede al Bologna per un milione e 200 mila euro.

Dopo un passaggio al Verona, Petkovic si è rivalutato in Patria, con la casacca della Dinamo Zagabria vincendo quattro scudetti, due supercoppe croate, una Coppa nazionale. Catania ieri ha avuto un sussulto tra ricordi, rimpianti, la delusione della A perduta e quel Petkovic che forse arrivò nel posto giusto ma nel momento sbagliato. Quello che diventò l'inizio della fine. Ma da ieri Bruno è diventato un campione di cui andare fiero dopo il gol del pari nel secondo tempo supplementare al BrasileCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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