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Le acque di lavorazione dell’olio in mare, uno scempio che nessuno riesce a fermare

Di Redazione |

Ancora sversamenti di acque reflue derivanti dalla lavorazione dell’olio nei fiumi e quindi nel mare. E’ la denuncia di MareAmico che si è appellato alle Forze dell’Ordine per impedire questo scempio: “Sono 200 volte più inquinanti delle fogne”.Mareamico da anni si occupa di questo problema e monitora i fiumi dell’agrigentino che, nei mesi di ottobre e novembre, si tingono di nero. L’immissione criminale di queste acque, gravemente inquinanti, sottrae l’ossigeno ai fiumi ed ai mari e distrugge l’intero ecosistema. “Non basta appellarsi a chi non ha scrupoli e continua indisturbato ad inquinare – hanno detto gli ambientalisti -. Non basta far leva sulla coscienza ambientalista. Queste persone non ce l’hanno. Le Istituzioni rappresentate dai sindaci dei comuni, dall’ARPA e dall’ASP debbono vigilare su queste attività, mentre le Forze dell’Ordine debbono sanzionare chi sbaglia. Questo è l’unico deterrente che porterà benefici al territorio, in modo che non venga puntualmente ed irreversibilmente danneggiato”.

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