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Si rivolge a “squadra” mafiosa per riscuotere affitto: avvocato catanese arrestato per estorsione

Di Carmela Marino |

Catania – Invece dell’avvio di una causa legale, che ha tempi lunghi, e lui che è avvocato lo sa, avrebbe scelto la via più veloce e diretta per convincere l’inquilino di un suo immobile a pagargli i 450 euro dovuti: gli ha mandato a ‘convincerlo’ una “squadra”, di cui faceva parte anche Antonino Finocchiaro, legato da parentela con il clan mafioso Santapaola-Ercolano. E l’inquilino moroso al quale sarebbe anche stata chiesta una somma superiore al dovuto lasciato la casa. E’ l’accusa contestata dalla Procura di Catania all’avvocato Antonino Drago che, assieme a Finocchiaro, è stato arrestato e posto ai domiciliari per estorsione dalla guardia di finanza.

Il professionista catanese, indagato come concorrente morale e istigatore, sostiene l’accusa, si sarebbe rivolto al Finocchiaro per “costringere il suo ex inquilino, mediante minacce, anche implicite, di gravi ritorsioni contro l’incolumità personale, a consegnargli un assegno pari a mille euro”. Evidenze tecniche, unite alle dichiarazioni di chi ha subito la violenza,  hanno “fatto  emergere la piena consapevolezza del legale indagato per estorsione dei metodi ‘poco ortodossi’ utilizzati dal Finocchiaro”, il cui “gruppo è stato  ricompensato da Drago per  l’opera prestata in suo favore”.

Il Tribunale, nel considerare il Drago caratterizzato da “un profilo personologico assolutamente allarmante” e da “un’inconcepibile e radicata contiguità con ambienti di criminalità organizzata” nonché il Finocchiaro quale “soggetto dedito all’agire illecito avvalendosi della forza di intimidazione promanante dalla sua vicinanza parentale alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano”, ha ritenuto assolutamente attuali le esigenze cautelari. 

 L’episodio è emerso nell’ambito dell’operazione antimafia ‘Brotherhood’ delle Fiamme gialle che nel giugno 2016, furono eseguiti sei arresti, tra cui il reggente della famiglia mafiosa degli “Ercolano”, e accertati stretti legami fra esponenti della massoneria e  Cosa nostra catanese. In quell’occasione, furono ricostruiti diversiepisodi estorsivi gestiti direttamente da Aldo Ercolano e acquisite dalle vittime puntuali dichiarazioni di riscontro in ordine alle modalità di pagamento del “pizzo”.

Il provvedimento che hanno eseguito i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria è originato dal ricorso proposto da questa Procura per l’applicazione delle misure cautelari in argomento, il cui esito è stato confermato, il 23 marzo 2017, dalla Corte di Cassazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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