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Amministrative Catania, Bianco «già in campo» tra frizioni e strategie

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Sul punto relativo alle alleanze che dovrebbero sostenere il nuovo sforzo di Bianco si fa presente ancora che «il sindaco sta lavorando con una squadra espressione della maggioranza per completare nel prossimo mandato il percorso fatto sinora e ultimare tutte le opere in cantiere recuperate in questi anni». Comprese quelle che fanno riferimento al deputato Sammartino. Cosa fa quindi il sindaco? Fa incontri a destra e a manca e invita in Comune anche il deputato uscente Giuseppe Berretta per parlare di zona industriale, ponendo una mano distensiva a Berretta che poi potrebbe ricambiargliela, magari non rispondendo ai «richiami» di chi lo vede come possibile candidato sindaco per ricompattare una maggioranza di centrosinistra da tempo troppo sfilacciata. A questo punto Bianco dovrebbe essere della partita, ma non tutti ne sono convinti sino in fondo. Il vero punto risolutivo saranno i risultati delle elezioni nazionali. E’ fuori di dubbio – si sostiene in ambienti di partito – che Bianco, da politico esperto e navigato, attende alla finestra i risultati per capire come muoversi. E se, come alcuni sostengono, dal Rosatellum nessuno dei fronti avrà la maggioranza si potrebbe arrivare a un governo delle larghe intese. A questo punto per Bianco potrebbe essere più semplice chiedere garanzie: o una nuova candidatura sostenuta da tutto il fronte, oppure un ruolo nazionale di autority visto che è vicepresidente dell’Anci. Se si dovesse materializzare la prospettiva di un secondo mandato da sindaco lo stesso Bianco potrebbe tentare di ottenere dal fronte opposto magari una candidatura debole per avere la sicurezza di essere rieletto. L’unico nodo potrebbero a questo punto essere i grillini, ma sino a prova contraria questi anche nelle passate amministrative sono apparsi in città poco organizzati e poco incisivi. Resteranno così? A questo punto su Bianco potrebbero proiettarsi, su ordine dall’alto, anche gli esponenti forti del Pd, Sammartino, Sudano, Barbagallo…E persino quei Liberal di Villari, Raia, Albanella, qualora la proposta di una grande coalizione li garantisse. Sempre che questo fronte non finisca verso «Leu».

Questo se ci fosse un governo delle larghe intese…E comunque resta soltanto una delle opzioni sul campo, perché, al momento, ce n’è un’altra che si fa strada nel centrosinistra, fronte dalle mille novità machavelliche. Nonostante i tanti sorrisi e distinguo c’è, infatti, chi sostiene che il fronte di Sammartino e Sudano sarebbe propenso per il Comune a procedere a uno svecchiamento dei ruoli. A questo punto per Bianco i margini potrebbero restringersi. In questo contesto i nomi sarebbero due: o il deputato uscente Giuseppe Berretta – se non dovesse ovviamente vincere le elezioni -, figura di profilo e di garanzia per una unificazione del centrosinistra, oppure una sorta di alleanza, magari «esterna», con Emiliano Abramo, nuova figura di profilo civico lontana dai partiti, ma quel poco che basta. Se poi – come si vocifera – Abramo dovesse avere il beneplacito dello stesso segretario Renzi, per i referenti renziani in terra etnea sarebbe cosa facile mettere all’angolo un sindaco con il quale i rapporti sono stati sempre difficili anche se improntati sulla apparente normalità.

Sul fronte del centrodestra, invece, l’uscita dell’europarlamentare Salvo Pogliese che a breve dovrebbe sciogliere le riserve è stata accolta con soddisfazione. Resta, però, il dubbio che gli avversari possano tentare la sortita e sostenere che Pogliese ha una pendenza giudiziaria non ancora arrivata a sentenza e quindi premere perché non si candidi, magari per togliere dal campo un esponente forte e rappresentativo. Ma per la legge Severino sino a prova contraria, senza una sentenza, non esiste l’incompatibilità a candidarsi. E comunque se nella ipotesi remota che Pogliese dovesse desistere i nominativi che si fanno hanno comunque un alto profilo. Si va dal presidente della Camera penale, Enrico Trantino al professore di Diritto Costituzionale, Agatino Cariola. E chissà se sulla scia delle «larghe intese» anche questi nomi di spessore potrebbero risultare bene accolti da altri fronti…

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