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Covid: draghi, debito aumenterà ancora, politiche espansive per spingere crescita
Roma, 1 lug. “È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato”, legata alla necessità di fronteggiare la pandemia, “non sia ancora terminata”. Lo dice il premier Mario Draghi, nella sua lezione all’Accademia dei Lincei, rimarcando anche come le garanzie sui prestiti bancari siano “state una condizione necessaria perché gli istituti di credito dessero liquidità a tutte le aziende che ne avevano bisogno, rapidamente e a un costo ragionevole. Tuttavia, in quella fase – riconosce -, non è stato possibile né per i governi né per le banche distinguere in maniera precisa tra quelle aziende che sarebbero state in grado di sopravvivere dopo la pandemia, e quelle che non ce l’avrebbero fatta. Farlo sarebbe stato probabilmente impossibile: non sapevamo, e non sappiamo ancora, quanto la crisi sanitaria avrebbe trasformato i nostri comportamenti e i nostri consumi. È dunque inevitabile che una parte di questo debito implicito si cristallizzi, e vada poi a incrementare il debito pubblico”.
Ma tra i motivi per mantenere una politica di bilancio espansiva Draghi indica la necessità di “aiutare la crescita. L’economia italiana ha operato al di sotto del suo potenziale per gran parte degli ultimi dieci anni. C’è dunque molto spazio per utilizzare politiche di bilancio espansive prima di creare pressioni inflazionistiche. Lo abbiamo già fatto in questi due anni: nel 2020, il deficit italiano ha toccato il 9,5% del PIL, e quest’anno, secondo la Commissione, raggiungeremo l’11,7%”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA