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**Criminalità: microspia in bracciale elettronico, Boyun ‘ho il mio produttore d’armi’**

Di Redazione |

Milano, 22 mag. E’ una microspia nascosta nel braccialetto elettronico di Baris Boyun, già agli arresti domiciliari e oggi finito in carcere nell’operazione coordinata dalla Dda di Milano, che restituisce parte dei colloqui intercettati dalla polizia che ha svolto le indagini sulla presunta rete criminale turca. Il dettaglio emerge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di milano Roberto Crepaldi. In un’intercettazione ambientale, l’uomo tra i più ricercati da Ankara si vanta di avere a disposizione un ampio arsenale, con tanto di kalashnikov e bombe a mano.

Sono “numerosissime” le conversazioni in cui tratta il commercio di armi, in una ‘confessa’ “di avere a disposizioni armi pesanti in Svizzera”. Più esplicito il dialogo in cui ammette “C’è la fabbrica. Ho il mio produttore d’armi personale. Non li vendo questi, li do ai miei ragazzi”. In una conversazione del 6 marzo del 2024 Boyun si vanta di gestire, attraverso i suoi uomini, “tutto il mercato tedesco”, di poter “vendere anche in Svizzera” e sottolinea che “se venisse in Europa si rafforzerebbe. Il mercato europeo è molto più grande di quello turco. C’è un gruppo italiano, ci sono i serbi. Sono molto forti in Europa”. Le intercettazioni “dimostrano inequivocabilmente non solo l’ampia dotazione di armi in Italia, in Europa ma anche in Turchia”, ma anche che si tratta di armi “sia ordinarie che da guerra” che vengono importate in Italia e in altri paesi europei, trasportate e vendute ad altre organizzazioni, “ma soprattutto usate dal gruppo per azioni intimidatorie, omicidiarie (anche su commissione) e per veri e propri attentati, nonché ovviamente per la protezione degli interessi del gruppo e del Boyun” scrive il gip Crepaldi nell’ordinanza.

E’ Boyun “che coordina l’attività di compravendita e trasferimento delle armi, ma soprattutto dispone del loro utilizzo criminoso da parte dei sodali. Le intercettazioni dimostrano inequivocabilmente non solo il suo ruolo di coordinamento di tale attività, ma anche – si sottolinea nel provvedimento – la sussistenza di collegamenti sul territorio europeo, oltre che nel paese di origine, con altri gruppi criminali e la diretta conoscenza di fonti di approvvigionamento di armi da sparo, da guerra ed esplosivi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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