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Padova: pm, ‘vuoti memoria Favero sono messa in scena, forte movente per omicidio’
Milano, 31 mag. “I vuoti di memoria dell’indagato potrebbero far parte della cosiddetta messa in scena al fine di non scoprire troppo le carte, ma i movimenti dell’auto ripresi dalle telecamere e le sue pur parziali ammissioni rendono evidente che i fatti si sono svolti come da lui spontaneamente ammesso poco prima dell’interrogatorio parlando con la polizia”. E’ uno dei passaggi del fermo firmato dal pm di Padova nei confronti di Andrea Favero accusato dell’omicidio della compagna Giada Zanola.
Nel provvedimento si sottolinea come durante l’interrogatorio, il 38enne “forniva una versione poco credibile”, una versione “addomesticata e reticente” che ha propinato anche alla madre alla quale racconta che sono “andati tutti regolarmente a dormire”. L’indagato “è arrivato a simulare di avere appreso della morte della compagna solo dopo avere letto un messaggio in una chat: ‘lo quando è arrivata la polizia chiedendomi di Giada ho sperato che lei stesse bene e ho appreso della sua morte solo da un messaggio postato sulla chat del quartiere in cui abito'” si legge nel dispositivo di fermo.
“Appare chiara dalle stesse parole dell’indagato l’esistenza di un forte movente per l’omicidio, accompagnato da un dolo che, allo stato degli atti, può qualificarsi come dolo d’impeto: li suo viscerale attaccamento al figlio che accudiva ni ogni modo, a fronte della continua minaccia ricattatoria della vittima che faceva leva proprio su tale rapporto viscerale, prospettando al possibilità di portargli via li figlio e non farglielo vedere più” conclude il pm.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA