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Paola Veglio (Brovind Vibratori), ‘nel 2023 per automazione industriale buone prospettive’
Roma, 23 gen. (Labitalia) – “L’automazione industriale ha un ruolo determinante nell’affinare i processi produttivi e di controllo, riducendo in modo significativo i tempi di esecuzione e gli sprechi. Da oltre un decennio continua a cavalcare l’onda dell’innovazione, che in questi ultimi anni ha segnato un passo avanti significativo, grazie all’introduzione di tecnologie rivoluzionarie e nuove modalità operative”. Ne è convinta Paola Veglio, amministratore delegato di Brovind Vibratori spa, tra le prime aziende europee a specializzarsi nella progettazione e costruzione di impianti di alimentazione vibrante su basi elettromagnetiche, tre sedi in Italia e una in Brasile, 150 dipendenti e una spiccata vocazione per l’export. “Gli incentivi per l’industria 4.0 – spiega – hanno avuto un ruolo chiave in questo senso; purtroppo per il 2023 il credito d’imposta è stato ridotto al 20% sul valore dell’investimento; è davvero un grande peccato perché l’innovazione deve essere concepita come un processo costante e continuo, solo così si può davvero competere, anche con l’estero”. Sono in particolare 5 i trend che guideranno il 2023 del settore automazione industriale. 1. Prodotti sempre più sostenibili: neutralità climatica, zero emissioni e impiego efficiente delle risorse sono temi cruciali per ogni settore. L’industria, oltre a impegnarsi per produrre in modo sempre più sostenibile, deve sviluppare soluzioni che siano energeticamente più performanti, consentendo di monitorare i consumi, riducendo gli sprechi di materiale e la generazione dei rifiuti. 2. Manutenzione predittiva: l’innovazione non può prescindere dalla capacità dello stesso macchinario di calcolare e segnalare quando sia il momento di sostituire delle componenti a rischio usura. Questo ne evita lo stallo totale, riducendo inenarrabili costi e tempi d’attesa per l’azienda. 3. Industria 5.0: se è vero che i processi produttivi possono essere semplificati e affinati grazie alla tecnologia, è altrettanto vero che il reale valore di un’azienda è dato dalle persone. Soprattutto oggi n cui il mondo del lavoro ha nuove e precise necessità, in primis un miglior bilanciamento tra vita privata e lavorativa. “Il benessere della società deve essere sempre più centrale per l’azienda, che diventa fattore chiave per creare valore. Dal welfare aziendale e territoriale, alla formazione, tutto concorre per trattenere e attrarre i talenti”, prosegue Paola Veglio di Brovind. A sostegno del territorio, l’imprenditrice ha rilevato, tramite un investimento personale, un hotel-ristorante a Cortemilia (, chiuso da 3 anni, per offrire servizi di ristorazione e ospitalità. Il progetto risponde anche a una precisa esigenza di welfare aziendale. “Il ristorante ha permesso di creare una mensa di alto livello per i dipendenti, in cui l’80% del costo del pasto è a carico dell’azienda. Al momento ospita 50 persone di Brovind, ma l’obiettivo è accogliere e pensare a convenzioni rivolte alle aziende vicine. Stiamo inoltre pensando di creare degli orari flessibili per i genitori e appena ci sarà la disponibilità di un asilo nido comunale, l’azienda provvederà a creare una convenzione in modo da aiutare i neo genitori” conclude Veglio. 4. Personalizzazione: “Sviluppare soluzioni ad hoc permette di colmare un’esigenza specifica del cliente, andando a finalizzare il processo produttivo. Oggi le aziende con cui lavoriamo, specialmente nel mondo farmaceutico e alimentare, sono sempre più tecnologicamente avanzate; l’innovazione continua deve per questo essere una costante del nostro lavoro. Il nuovo stabilimento di Cortemilia, attualmente in ristrutturazione, ci permetterà di produrre nuovi prototipi brevettati che hanno ottenuto un grande consenso nelle fiere italiane e internazionali di settore, accolti dagli addetti ai lavori come rivoluzionari” spiega Veglio. 5. Export: “i nostri prodotti vengono acquistati principalmente da clienti italiani che poi li esportano oltre confine. Con l’estero stiamo andando molto forte in Francia, Svizzera e Stati Uniti” conclude Paola Veglio. Dati che coincidono con le ultime elaborazioni di Ucimu sui dati Istat, che evidenziano come nel 2022 i principali mercati interessati dall’export italiano del settore abbiano riguardato Stati Uniti (281 milioni di euro, +24,7%), Francia (105 milioni, +9,1%) e Polonia (111 milioni +4,7%), in negativo invece Germania (199 milioni, -15,6%) e Cina (122 milioni, -3,5%). Le imprese italiane dovranno quindi essere sempre più competitive sul piano internazionale: oltreconfine si trovano interessanti opportunità di business, tenuto anche conto che i tassi di crescita del mercato interno non potranno crescere a due cifre come siamo stati abituati negli ultimi anni.