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Agrigento, ai privati i musei comunali

Di Gioacchino Schicchi |

Musei comunali, si va verso l’esternalizzazione. Come è già avvenuto per il pluripiano e per quasi tutti gli impianti sportivi, il Municipio punta adesso ad affidare a privati la gestione e manutenzione delle proprie strutture museali ed espositive, oggi poco redditizie. Il bando, infatti, potrebbero andare Santo Spirito, l’ex collegio dei Filippini e anche il museo civico, dove sono attualmente in corso i lavori di completamento. Beni, i primi due, che oggi producono introiti assolutamente insufficienti – si parla complessivamente di 10-15mila accessi l’anno -, dato che rimangono chiusi nei festivi, essendo gestiti direttamente da personale comunale, e praticamente senza alcun servizio di visita. Il costo, tuttavia, è altissimo: rispetto alle entrate, le somme necessarie per pagare gli stipendi ai lavoratori sono ben più onerose: oltre 340mila euro contro le circa 30mila incassate nel 2017. Così, in una prospettiva di valorizzazione del patrimonio museale è necessario mettere in campo risorse che non possono essere comunali.

«Crediamo che non vi sia altra strada che quella della esternalizzazione – spiega il sindaco di Agrigento Lillo Firetto – sia per alleggerire, come fatto già per le strutture sportive, del costo delle risorse umane impegnate, ma anche nell’ottica di un allineamento degli standard di offerta turistica che è possibile riscontrare nella Valle dei Templi con Coopculture. Bene, se questa parte della città deve diventare la porta di ingresso al centro storico e all’area archeologica non possiamo non pensare di mettere a bando la gestione, ovviamente garantendo per il Comune un parziale utilizzo delle strutture stesse».

Del resto da qui ai prossimi uno, due anni, l’area di piazza Pirandello vedrà importanti cambiamenti. L’apertura del Civico consentirà, ad esempio, di spostare la collezione Sinatra nella sua collocazione più naturale, inserendo al Filippini un “museo della Città”, che ne racconti le trasformazioni storiche e urbanistiche, nel solco del progetto presentato per “Agrigento Capitale della Cultura” e in prosecuzione a quanto già realizzato con il cosiddetto “Urban Center”. A questi si potrebbe aggiungere il tentativo di cercare un “padre” per l’ex Boccone del Povero. La grande struttura, oggi ancora in parte affidata alle suore “Serve dei Poveri del Beato Giacomo Cusano”, è destinata ad essere valorizzata attraverso il fondo “I3 Valore Italia” della Invimit, destinato appunto ad acquisire e valorizzare immobili destinati a servizi pubblici e sociali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA