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«Così il virus Tristeza farà sparire in due anni gli agrumeti in Sicilia»

Di Mary Sottile |

A parlare, per la Confederazione italiana degli agricoltori, è stato Vito Amantia, componente del consiglio della Cia etnea.

«Quarantacinque mila ettari coltivati ad agrumeti sono infestati dal virus Tristeza: tra un paio di anni l’intera produzione è destinata a scomparire. Alle imprese servono aiuti economici per la riconversione ma, soprattutto, materiale vegetale sano. Ai tavoli tecnici convocati da Regione e Ministero chiederemo maggiori controlli e prevenzione contro i nuovi viroidi. Oggi si parla di ipotetica evoluzione del virus Tristeza – continua Amantia –, una mutazione che andrebbe a colpire agrumeti che sono, per la verità, ormai, quasi del tutto spariti. Noi dobbiamo tutelare i nostri agrumeti dai nuovi viroidi già presenti, che attaccano i portinnesto tolleranti alla Tristeza. Ci sono 70 mila ettari dedicati all’agrumicoltura, di questi 15 mila ettari sono coltivati a limoni, gli altri ad agrumi arancia amara, e fatta eccezione per i 10 mila ettari trasformati dalle imprese, i restanti 45 mila ettari di agrumeti sono in ginocchio. La Cia Catania ha già pronto un documento che porterà sia all’assessore Cracolici che al Ministro Martina – ha concluso Amantia – con quest’ultimo, nel corso dell’incontro già fissato per il prossimo 20 ottobre in cui si dovrebbe discutere del piano nazionale agrumicoltura».

E sull’argomento, la presidente della Commissione Ue all’Ars, Concetta Raia, afferma: «Bisogna salvaguardare i nostri territori dagli attacchi imminenti di nuovi devastanti patogeni. L’azione di prevenzione dalle malattie va fatta a monte, partendo dai nostri vivai. Da alcuni anni le politiche di apertura della Comunità Europea, i cambi climatici e l’incremento del mercato di libero scambio (merci) tra i paesi del bacino del Mediterraneo – sottolinea la deputata regionale – hanno esposto la nostra regione a problemi di patologia vegetale causati da patogeni o altri agenti che potrebbero mettere a rischio l’agrumicoltura siciliana. E’ opportuno aumentare i livelli di monitoraggio da parte dei Servizi fitosanitari regionali. Il comparto agrumicolo siciliano con i suoi oltre 70 mila ettari riveste un ruolo di primo piano nel panorama nazionale ed europeo, sia da un punto di vista economico che sociale, interessando circa 80 mila aziende. Chiedo all’assessorato, attraverso la programmazione 2014-2020 di incentivare per innovare tale comparto e renderlo un fiore all’occhiello dell’agricoltura Europea puntando sulla produzione di altissima qualità che il nostro territorio è in grado di garantire al resto d’Europa».

Sull’argomento interviene anche l’europarlamentare del Pd e componente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, Michela Giuffrida: «Un’azione di tutela e salvaguardia dalla diffusione in Sicilia di nuovi virus degli agrumi, in particolare del Citrus Tristeza,  e per limitare i danni già ingenti che si registrano nella nostra Isola, non è più differibile e già da prima dell’estate abbiamo lanciato l’allarme chiedendo l’intervento della Ue. Per il Citrus Tristeza  (Ctv) non esiste cura – aggiunge l’eurodeputata – e il virus che colpisce gli agrumi ha già messo in ginocchio le produzioni agrumicole siciliane infettando quasi la metà degli agrumeti e creando ampi focolai che interessano oltre 32mila ettari e circa 15 milioni di piante soprattutto nelle province di Catania e Siracusa».

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