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La Giornata per gridare “no” alla violenza sulle donne

Di Angela Abbrescia |

ROMA – Quindici milioni di euro in tre anni di risorse fresche, 31 milioni di euro del Piano d’azione straordinario ripartiti tra le Regioni: alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, arrivano i soldi per i centri antiviolenza, le case rifugio, gli interventi a sostegno delle vittime e dei loro figli. E anche un congedo di tre mesi dal lavoro. Buone notizie alle quali fanno da contrappeso però i dati drammatici forniti dall’Istat sullo stalking: quasi 3 milioni e mezzo le donne che l’hanno subito almeno una volta.

  Mentre la Conferenza delle Regioni approvava oggi la ripartizione degli oltre 31 milioni di euro destinati al Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, un emendamento alla manovra, licenziato in Commissione bilancio alla Camera, destinava al Piano altri 5 milioni all’anno, per il triennio 2017-2019. Misure molto attese da tempo, come ha detto il ministro Maria Elena Boschi. Ma c’è anche un’altra novità: dal prossimo anno anche le lavoratrici autonome potranno usufruire, se vittime di violenza, di tre mesi di congedo retribuito. Il Jobs Act già lo prevede per le lavoratrici dipendenti, la Commissione bilancio ha esteso la platea.

  Intanto, l’Istat ha pubblicato la prima “fotografia” dell’ immenso popolo delle donne perseguitate realizzata dopo l ‘introduzione del reato di stalking, avvenuta nel 2009. Una indagine fatta nel 2014, a 5 anni dalla legge, dalla quale risulta che 3 milioni e 466mila donne hanno subito stalking nell’arco della loro vita. Di queste, 2 milioni e 151mila sono state vittime dell’ex partner, e in particolare un milione e mezzo hanno subito atti persecutori più volte e 991 nelle sue forme più gravi. Nell’ultimo anno disponibile, il 2014, le donne che hanno subito stalking dall’ex sono state 147mila, 478mila quelle che sono state perseguitate da altri.

  Ma quali sono le forme persecutorie più diffuse ad opera degli ex? In primis i tentativi insistenti di parlare (15,1%), l’invio di messaggi e e-mail oppure telefonate o regali indesiderati (13,5%), la richiesta ripetuta di appuntamenti (13,1%). Nell’11,9% dei casi le vittime sono state aspettate sotto casa o davanti all’ufficio, nel 9,5% sono state seguite o spiate, mentre meno di frequente gli autori sono giunti a danneggiare le loro cose o a minacciarle.

 

  Lo stalking risulta più frequente tra le donne che al momento dell’intervista avevano 25-34 anni, tra le più istruite, tra quelle in cerca di lavoro e tra le donne che hanno una vita sociale attiva. Perpetrato fuori dalle dinamiche della coppia, è più frequente anche tra le donne più giovani, tra quelle che hanno uno status socio-economico più elevato e che sono più dinamiche: è infatti più alta la percentuale tra laureate, dirigenti, imprenditrici e libere professioniste, donne che escono frequentemente la sera o che fanno sport o volontariato.

  Un tratto distintivo dello stalking da parte dell’ex è la povertà del contesto relazione in cui vive la vittima, come dimostrato dalla percentuale più elevata tra le donne che non hanno persone con cui confidarsi o amici e parenti su cui contare. E risultano più esposte le donne che vivono al Sud (soprattutto Campania e Abruzzo), ma anche in Emilia Romagna e Lombardia, nonché le donne straniere per lo stalking da parte di un ex partner. I comportamenti persecutori da parte di altre persone sono più frequenti invece fra le italiane e fra le residenti in Piemonte, Veneto, Liguria, Sardegna e Abruzzo.

  Le diverse forme di violenza risultano molto intrecciate tra loro: il 58,3% dei casi di stalking dall’ex si accompagnano anche a episodi di violenza fisica (53,3%) o sessuale (32,7%). Il comportamento persecutorio subito dopo la separazione è continuato per mesi per il 58,8% delle vittime e addirittura più di un anno per il 20,4%; per il 15,4% si è limitato a qualche settimana, mentre per il 4,4% era ancora in corso al momento dell’intervista.

  Malgrado la pervasività dello stalking, il 78% delle vittime non si è rivolto ad alcuna istituzione; solo il 15% ha fatto ricorso alle forze dell’ordine, il 4,5% ad un avvocato o si è recata in Procura (0,9%), mentre l’1,5% ha cercato aiuto presso un centro antiviolenza. Tuttavia, tra chi ha cercato aiuto solo il 48,3% ha poi denunciato, il 9,2% ha fatto un esposto, il 5,3% ha chiesto l’ammonimento e il 3,3% si è costituita parte civile, a fronte di un 40,4% che non ha fatto nulla. Le più attive su questo fronte sono le 35-44enni.

A sorpresa, le donne del Nord-est hanno cercato di meno un aiuto (85,5% contro il 70,5% di quelle del Sud). Come conseguenza della denuncia dell’ex, per il 35,5% non c’è stato alcun esito e il 14,2% l’ha ritirata; divieto di avvicinamento per gli autori, invece, nel 26,1% dei casi e ordine di allontanamento per il 12,1%; l’8,6% delle vittime ha ottenuto l’ammonimento e solo il 4,5% l’arresto. Nel 59,8% dei casi, a seguito delle azioni intraprese, lo stalking è cessato, mentre è rimasto uguale nel 21,6%, è diminuito nel 16,6% ed è aumentato nel 2%. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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