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Mafia: boss Gaetano Scotto sorpreso per l’arresto, ‘C’è un errore, sono un costruttore…’ (2)

Di Redazione |

(Adnkronos) – Gaetano Scotto è una delle persone accusate falsamente della strage di via D’Amelio dall’ex pentito Vincenzo Scarantino e adesso parte civile nel processo sul depistaggio che si tiene a Caltanissetta. Il boss spesso partecipava al processo. Proprio giovedì sarà sentita in videoconferenza l’ex pm Ilda Boccassini in videoconferenza. Ma per i pm Salvatore De Luca e Amelia Luise, dopo la scarcerazione Scotto sarebbe tornato a guidare la famiglia mafiosa dell’Arenella.

Nel corso delle indagini “si è evidenziato il ruolo carismatico di Gaetano Scotto, il quale ha dimostrato, come peraltro riconosciutogli anche da altri uomini d’onore appartenenti addirittura ad altri mandamenti palermitani, di saper gestire il ruolo riconosciutogli e la sua influenza territoriale ponendosi al di fuori delle ordinarie dinamiche di cosa nostra, evitando incontri, riunioni ed altre relazioni suscettibili di sovraesposizione”, scrivono gli investigatori della Dia di Palermo che hanno condotto l’inchiesta. “In particolare, sono state documentate proposte per investirlo di alte cariche di vertice più prestigiose all’interno dell’organizzazione, in realtà sempre declinate da Scotto, in attesa di chiarire le proprie vicende giudiziarie pendenti: ‘…mi hanno chiesto di fare il capo mandamento …ma sono pazzi! Io devo ringraziare il Signore di essere uscito …non se ne parla proprio…!’, si legge in una intercettazione.

“Attraverso un’oculata e sagace gestione della “propria famiglia di appartenenza”, Scotto “è tornato ad occupare quel ruolo di vertice in realtà mai abbandonato negli anni, poiché gestito, in sua assenza, sia dai fratelli Francesco Paolo e Pietro, sia da altri uomini d’onore, fedeli alla sua persona, che hanno retto il sodalizio mafioso durante la sua assenza”, dicono i pm.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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