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Melilli e le Cento Scale per la terrazza degli Iblei

Il Sentiero delle Cento Scale, la Pirrera di Sant’Antonio, la Basilica di S. Sebastiano: la città ancora oggi continua a dare di sé un’immagine densa di suggestioni e di bellezza, forgiata su una storia che ha lasciato tracce indelebili sul territorio

Di Luca Melilli |

Melilli si erge sulle colline dei monti Iblei come una vedetta naturale che guarda verso il seno megarese, strategicamente posizionata tra Augusta e Siracusa. La sua è una storia affascinante, a partire dall’origine del nome. Alcuni ritengono che sia collegato alla produzione del miele; altri lo identificano con una delle antiche Hyblae Sicule; altri, infine, ne ipotizzano la derivazione dalla lingua berbera, a indicare il “sentiero battuto” dai contadini e dai “pirriatori” per raggiungere il mare o la Pirrera di S. Antonio.

E’ il Sentiero delle Cento Scale, testimone di un mondo agricolo e artigianale antico e genuino, ma anche di una lunga tradizione di fede, dai tratti fortemente identitari, tanto da essere stato candidato nel 2020 a Luogo del Cuore del Fai. Melilli ancora oggi continua a dare di sé un’immagine densa di suggestioni e di bellezza, forgiata su una storia che ha lasciato tracce indelebili sul territorio. A partire dalla Pirrera di Sant’Antonio, uno dei luoghi simbolo di questa terra. La Pirrera si apre ai piedi dell'omonima linea di costa che delimita l'altopiano calcareo sui cui si erge l’abitato della città. Si tratta di una cava artificiale attiva fin dalla seconda metà del XV secolo, dove si estraeva una pietra bianca calcarea di eccezionale qualità. Dopo il sisma del 1693, la Pirrera fu sfruttata a pieno ritmo per ricostruire gli edifici che erano andati distrutti. Come la Chiesa Madre, dedicata a San Nicola, che spicca nel centro storico, costruita interamente in pietra bianca, impreziosita dal particolarissimo Altare del SS. Sacramento e da arredi pittorici di maestri siciliani del ’700, tra cui Francesco Gramignani Arezzi e Olivio Sozzi.

A questi artisti si devono anche i decori della Basilica di San Sebastiano, un luogo la cui straordinarietà è data oltreché dall'opulenza artistica anche dalla forza creata da cammini di devozione e fede che ne hanno accresciuto il prestigio nel tempo. La tradizione narra che il sito della Basilica sarebbe quello in cui fu ritrovato, a seguito di un naufragio, nella primavera del 1414, una cassa contenente la statua di San Sebastiano, eletto Patrono della Città nel 1697. Poco lontano dalla Basilica si apre un'ampia area verde in cui si staglia la Macchina dei Fuochi, un edificio singolare risalente al 1820, sormontata al centro da una Croce di Malta. Contiguo alla Basilica è anche il “Parco Ibleo”, ricco di percorsi pedonali che consentono, una volta raggiunta la sommità, di godere di un panorama che spazia dall'Etna alla Penisola Magnisi, e che dà ragione dell’identificazione della città di Melilli come la “Terrazza degli Iblei”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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