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Tradizioni

Sfince, buccellato e petrafennula: ecco i dolci che annunciano la festa

Oltre a pandori e panettoni, ci sono tante prelibatezze che arricchiscono le tavole siciliane nei giorni delle feste

Di Carmelo Di Mauro |

L’otto dicembre apre le porte al Natale. Spetta, quindi, ai dolci dell’Immacolata il compito di stuzzicare il palato anticipando le grandi tavolate delle feste. Ma, soprattutto, tenere il passo con panettoni e pandori, torte e crostate. Va da sé, quindi, che saranno godibili e prelibati, ma sempre e comunque tradizionali. Dalle semplici sfince al buccellato, alla pietrafennula…

Le prime sono frittelle di pasta cresciuta tipiche, in particolare, della tradizione palermitana, ma molto diffuse anche nel catanese. Si preparano per la festa dell’Immacolata sebbene siano consumate in tutto il periodo natalizio. Il termine deriva dalla radice araba “sfincia” per indicare un dolce morbido e arioso tipico della cucina araba. E la caratteristica principale di questo dolce delizioso è proprio l’impasto morbido. Vuoto o farcito con pezzetti di cioccolato oppure, nella versione salata, con un pezzetto di acciuga, uno tira l’altro.

La ricetta è molto semplice «ma, trattandosi di una ricetta popolare – specifica la signora Melina Saladino, una casalinga, catanese doc, che ogni anno, per tradizione, prepara per l’Immacolata chili e chili di sfince da distribuire a parenti e amici – ogni famiglia ha la propria versione».«Una tradizione/pretesto – confessa – per mantenere viva e unita, prendendola per la gola, la mia numerosa famiglia, dopo la morte dei nostri genitori. Per l’Immacolata, infatti, ci riunivamo attorno a un lungo tavolo per dare il via alle festività natalizie e al centro della tavola le immancabili sfince».La signora Melina confessa anche di non avere una ricetta fissa: «Le varianti dipendono da ciò che ho in casa, anche se, certo, in linea di massima, bisogna seguire la ricetta originale che prevede un impasto morbido (una sorta di pastella) preparato con farina 00, farina rimacinata, patata lessa, acqua (o latte) e lievito di birra. Una volta lievitato, l’impasto va preso con un cucchiaio e tuffato nell’olio bollente. Una volta pronte, preparare lo zucchero, aromatizzarlo alla cannella per poi rotolarvi dentro le sfince. Il risultato sono delle zeppoline gonfie e dorate, tutte diverse l’una dall’altra, una delizia da servire bella calda tra una chiacchierata e l’altra».

granola bar

Poi c’è il buccellato, “catanese”, ricco, scenografico e molto dolce: si inizia a preparare per l’Immacolata ma è presente per tutto il periodo natalizio. Si tratta di una deliziosa ciambella di pasta frolla glassata al miele, farcita con un ripieno a base di frutta secca come fichi, uvetta, noci o mandorle.La petrafennula è invece un dolce fatto con miele, mandorle, bucce di cedro e arance, confetti e cannella. Parliamo di un croccante di influenza araba che forse ha i natali a Modica, duro come la pietra e difficile da tagliare oltre che masticare. La tradizione ci racconta che si rompeva col martello in piccoli pezzi e si teneva in bocca fino a sciogliersi. La motivazione dell’appellativo dato a questo dolce si riscopre nel latino, dove petra-findula è una pianta selvatica dotata della straordinaria capacità di spaccare le pietre.

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