Caltanissetta
Il “sistema” Montante, video hard e ricatti sessuali per intimorire gli avversari
PALERMO – Video hard e ricatti sessuali per intimorire gli avversari del “sistema di potere”. C’è anche questo aspetto nell’inchiesta della Dda di Caltanissetta che ha portato all’arresto dell’ex presidente di Confindustria in Sicilia, Antonello Montante, e che si sta allargando a macchia d’olio coinvolgendo un pezzo del precedente governo della Regione, a cominciare da Rosario Crocetta, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito.
Nell’ordinanza del gip si fa riferimento a un video sulla vita sessuale privata di Nicolò Marino, ex assessore nella giunta Crocetta. Nell’ordinanza è citata la testimonianza di Alfonso Cicero, all’epoca commissario dell’Irsap secondo cui Giuseppe Catanzaro (attuale presidente di Sicindustria, anche lui indagato) «verso la fine del 2013 gli aveva confidato che Montante deteneva un dossier e un video contenente immagini relative alla vita privata del dott. Marino e si stava adoperando per diffonderli mediaticamente al fine di delegittimare costui, che, nella sua funzione di assessore al Territorio e Ambiente, aveva assunto, come detto, posizioni di contrasto con Confindustria Sicilia e con il Catanzaro stesso nella vicenda della gestione dei rifiuti».
Nel tritacarne finì anche Giulio Cusumano, che era al vertice dell’Azienda trasporti siciliana (Ast), controllata dalla Regione. Il manager si oppose alla cessione dell’Ast a una microazienda controllata, la Jonica Trasporti dove Montante aveva una partecipazione. Per convincerlo, Cusumano fu ricattato per il suo orientamento sessuale. «Lombardo mi convocò e mi disse che dovevo smetterla di ostacolare la fusione. Poi mi mostrò un plico enorme, c’erano una cinquantina di pagine sulla mia vita, fotografie e frasi che lui leggeva davanti a me. Mi diceva che lo stavo mettendo in imbarazzo. Mi accusava di organizzare festini con alcol e droghe», racconta al Giornale di Sicilia. L’ex presidente Lombardo smentisce e annuncia querela. Cusumano aggiunge: «Dovevo far comprendere alla mia famiglia che non c’entravo nulla con le cose che avrebbero letto sui giornali. Ma è stato umiliante soprattutto una cosa, vedere che stavano legando la mia vita privata con stereotipi di m… Legavano la vita di un gay a orge e droghe. Questo mi ha fatto schifo. E allora ho capito che non potevo cedere». L’Ast è ancora pubblica. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA