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Montante vuole tornare libero ma dal suo archivio altre prove

Di Vincenzo Pane |

CALTANISSETTA – L’imprenditore Antonello Montante, 55 anni, attualmente detenuto nel carcere “Malaspina”, chiederà ai giudici del Tribunale del Riesame di tornare in libertà. Il ricorso – che verrà trattato la prossima settimana davanti al collegio giudicante – sarà il primo vaglio per l’inchiesta “Double face” della Procura che al momento vede indagate circa 35 persone, tra cui numerosi esponenti politici e rappresentanti delle forze dell’ordine, tutti ritenute vicine all’imprenditore di Serradifalco. A presentare ricorso per chiedere l’annullamento della misura cautelare sono stati i legali di Montante, gli avvocati Giuseppe Panepinto e Nino Caleca; la discussione del ricorso è fissata per martedì prossimo.

Montante, al momento, è accusato di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo ai sistemi informatici e corruzione in quanto avrebbe cercato di ottenere informazioni riservate su coloro che considerava suoi avversari e sul pentito Salvatore Dario Di Francesco. Inizialmente, per l’imprenditore, erano stati previsti gli arresti domiciliari, ma successivamente la gip Maria Carmela Giannazzo ha disposto la detenzione dietro le sbarre visto che Montante avrebbe fatto entrare in casa persone non autorizzate e anche per i suoi presunti tentativi di far sparire materiale informatico che poteva essere utile alle indagini. Quando i poliziotti si presentarono nella sua casa di Milano per arrestarlo, Montante aprì la porta solo dopo diverso tempo e nel frattempo, secondo gli investigatori, aveva gettato dalla finestra un sacchetto contenente pen drive e altri supporti informatici.

Proprio per analizzare il contenuto delle pen drive recuperate è stato conferito un incarico peritale. Gli inquirenti (che nel gennaio del 2016 trovarono un archivio in casa Montante, alla periferia di Serradifalco, nel corso di una perquisizione) attendono di conoscere il contenuto dei nuovi supporti informatici sequestrati, nel quale – secondo alcune indiscrezioni – ci sarebbero altri elementi di prova sull’ex leader di Confindustria Sicilia.

Intanto nei prossimi giorni dovrebbero cominciare gli interrogatori di politici e imprenditori raggiunti da avvisi di garanzia per l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso d’ufficio, al finanziamento illecito ai partiti e al controllo degli appalti pubblici. Si tratta dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, delle ex assessore alle Attività produttive Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, dell’ex presidente dell’Irsap Maria Grazia Brandara, dell’ex presidente di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro e degli imprenditori Totò Navarra, Rosario Amarù e Carmelo Turco.

Secondo le indagini della Procura di Caltanissetta l’associazione a delinquere si sarebbe fondata su un patto di scambio con l’ex presidente regionale di Sicindustria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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