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Un anno per bonificare i fondali e l’iter giudiziario va avanti

Di Daniela Vinci |

GELA (CALTANISSETTA) – È stato sospeso per un anno il processo contro 5 dirigenti  della Raffineria accusati di deposito incontrollato di rifiuti solidi, anche pericolosi, nei fondali vicini al pontile principale del porto isola gestito da Eni, oltre che il disastro ambientale. Accuse che coinvolgono l’ex amministratore delegato, ing. Bernardo Casa, gli ingegneri Alfredo Barbaro, Settimio Guarrata, Arturo Anania, Calogero Sciascia e la stessa società. 

La vicenda giudiziaria scaturisce da un’indagine condotta dalla polizia giudiziaria della Guardia costiera e dal nucleo operatori subacquei della Capitaneria di porto con l’ausilio di videoregistrazioni subacquee  che portarono ala scoperta di un deposito incontrollato di rifiuti solidi semi sommersi, anche di natura pericolosa, nei fondali adiacenti al pontile principale del porto isola dove, nel 2017, furono trovati anche  tubi per ponteggi abbandonati.

Nel chiedere la sospensione del processo, i difensori hanno proposto il ripristino dello stato dei luoghi e la rimozione dell’inquinamento ambientale. All’istanza si era opposto il Procuratore Fernando Asaro perché riteneva la richiesta intempestiva. rilevando che il ravvedimento operoso poteva esserci prima dell’apertura del processo.

Il giudice monocratico Miriam D’Amore ha concesso la sospensione del processo e dei  termini di prescrizione per un anno, a fronte dei due richiesti, rinviando l’udienza a luglio del prossimo anno. In questo lasso di tempo gli imputati dovranno attuare il progetto per il ripristino dei luoghi. Se ci sarà il ravvedimento operoso sarà valutato in sede di conclusione del processo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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