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Aeroporto, la difesa dell’ad Torrisi: «Gestita l’emergenza. Sorpreso da Trantino»

«L’impianto antincendio perfettamente funzionante quando si è sviluppato il rogo. Scelta coraggiosa garantire pur tra i disagi l’operatività dell’aeroporto col terminal C e Comiso»

Di Cesare La Marca |

Da una parte il sindaco Trantino, che ha chiesto le dimissioni del Cda della Sac, supportato da un fronte non solo politico e trasversale da Fdi al Pd, dall’altro la società di gestione dell’aeroporto “Bellini”, a cui l’85% dei soci ha confermato fiducia sulla gestione della recente emergenza innescata dall’incendio del 16 luglio.

L’amministratore di Sac, Nico Torrisi, dopo l’assemblea dei soci di lunedì: «Voglio esprimere gratitudine nei confronti dell’assemblea dei soci della Sac che a larghissima maggioranza ha confermato la fiducia nel Cda ed ha espresso il proprio apprezzamento in ordine alla gestione emergenziale che la società ha posto in essere. Abbiamo messo in campo tutte le nostre professionalità, in sintonia con le istituzioni che hanno operato a fianco del gestore aeroportuale, Governo nazionale, regionale e locale, Enac, Enav, Protezione civile e tutti gli Enti di Stato, per consentire l’operatività dell’aeroporto, nonostante le note limitazioni. Come ha chiarito il commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud-Est, sarebbe stato ben più agevole chiudere totalmente l’aeroporto per facilitare le operazioni di bonifica, rimettendo ogni responsabilità per la gestione del traffico aereo sugli altri scali siciliani. Al contrario, la governance ed il management, d’intesa con Enac ed Enav, a seguito della convocazione del CCO (Comitato coordinamento operativo), hanno ritenuto corretto, nell’interesse dell’utenza, garantire, nonostante gli ovvi disagi, l’operatività aeroportuale da e per Catania».

Il sindaco Trantino è stato critico«Sono rimasto molto sorpreso dalla posizione assunta in assemblea dal sindaco Trantino, perché ritenevo e ritengo, da un lato, che la Sac abbia fino in fondo fatto il proprio dovere nei limiti dei compiti che le spettavano come società di gestione aeroportuale, e dall’altro che le questioni politiche, pur legittime, dovrebbero restare al di fuori delle dinamiche societarie. Per questo motivo, se posso comprendere che durante la fase di emergenza il sindaco intendesse stimolare la Sac al massimo impegno, mi risulta incomprensibile la richiesta di dimissioni ad emergenza conclusa. Richiesta che è stata avanzata pur sapendo che la restante parte della compagine sociale ha condiviso e condivide l’operato del management e intendeva confermare la fiducia all’intero organo amministrativo».

Perché avete scelto di non chiudere interamente l’aeroporto?«Sarebbe stato certo più agevole dal punto di vista organizzativo dei lavori di bonifica. Ma come ha bene osservato la CCIA del Sud Est, nostro socio di maggioranza, il CdA della Sac ha fatto una scelta coraggiosa, e cioè quella di utilizzare al massimo possibile il terminal C e il terminal di Comiso, ben sapendo che ciò avrebbe comportato condizioni di difficoltà per l’utenza, amplificate dal caldo eccezionale; condizioni tuttavia sempre migliori rispetto a quelle cui sono stati costretti i passeggeri dirottati su Trapani o Palermo, i quali hanno comunque goduto di un servizio di navette, che SAC teoricamente non era tenuta a garantire».

Un altro rilievo è la mancanza di adeguati assetti organizzativi«La risposta sul punto è semplice, dato che lo stesso sindaco ha approvato pochi mesi fa in assemblea, insieme al bilancio di esercizio 2022, anche la relazione degli amministratori sul governo societario, che contiene tutti gli elementi relativi all’assetto amministrativo, organizzativo e contabile, che è stato giudicato adeguato anche dall’organo di controllo».

Cosa dice dell’impianto antincendio non a norma?«Tengo a ribadire che l’impianto antincendio, in particolare, i rilevatori fumo e le manichette per il prelievo dell’acqua, era perfettamente operativo e funzionante al momento dell’incendio, tanto da avere consentito l’intervento degli operatori e dei VVFF in tempi rapidissimi, garantendo l’incolumità delle persone all’interno del terminal. Per quanto attiene ai lavori di adeguamento antincendio, richiamati dal sindaco Trantino, gli stessi non prevedono in alcun modo interventi nell’area oggetto del sinistro e, pertanto, anche ove conclusi, non avrebbero potuto avere alcun impatto sull’evento, né in termini di neutralizzazione delle cause dell’incendio, né in termini di propagazione dello stesso».

Ma esiste o no un piano di gestione dell’emergenza?«Certo, è impensabile che una società di gestione aeroportuale ne sia sprovvista. Come è ovvio che sia, per una infrastruttura sensibile quale quella aeroportuale, peraltro sottoposta a stringente sorveglianza delle Autorità, il Piano di emergenza interno, non solo esiste, ma viene integrato e aggiornato anche con cadenza infrannuale (in base alle esigenze che sorgono periodicamente), e divulgato subito a tutti gli operatori aeroportuali. L’ultimo aggiornamento è stato nell’aprile 2023. Finita l’emergenza ed esaurita dunque la funzione propria del PEI, il management ha posto in essere ogni iniziativa utile a garantire la business continuity, stabilendo la propria cabina di regia nei locali amministrativi della stessa Sac, posti accanto alla Torre di controllo, esterni al Terminal A».

I passeggeri sono stati trascurati e spremuti per una bottiglietta d’acqua«Se si riferisce al mancato recepimento di suggerimenti utili a contenere i disagi, credo che sia stato fatto quanto possibile nell’emergenza. La proposta del sindaco di una tensostruttura al parcheggio P3, è stata formulata solo due giorni prima della conclusione dei lavori di bonifica, e dopo che già era stato installato e attivato il Terminal fornito dall’Aeronautica, attrezzato da Sac. Era invece inattuabile l’invito a rinunciare alle royalties per una riduzione dei prezzi di vendita delle bottigliette d’acqua da parte degli esercenti: peraltro, le bottiglie sono state fornite gratuitamente dalla Sac in grandi quantità a proprie spese».

Trantino ha rilevato che Catania ha prodotto nove milioni di utili per 10 milioni di passeggeri nel 2022, a fronte dei 94 milioni di Venezia per 11 milioni di passeggeri, e dei 57 milioni di Napoli per 10,9 milioni di passeggeri«In realtà si tratta di dati non comparabili tra di loro. È noto che gli aeroporti di Venezia e Napoli hanno una tipologia di utenza molto più ricca e un’area commerciale molto più estesa. Inoltre, i bilanci 2022 di Venezia e Napoli includono l’importante contributo statale riconosciuto dallo Stato agli aeroporti per la pandemia da Covid, che Sac ha contabilizzato nell’esercizio 2021. L’aeroporto di Venezia controlla infine più aeroporti del nord est, oltre a partecipare importanti società commerciali che, ottenendo rilevanti risultati di gestione, finiscono per incrementare l’utile di gruppo. Anche sul punto, devo ribadire che l’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità il bilancio 2022».

I dati sul traffico nazionale sono stati negli ultimi anni in crescente ascesa, quali sono i piani per adeguare l’infrastruttura?«Grazie alla nostra strategia e alle nostre politiche commerciali siamo riusciti a crescere dai circa 7 milioni di passeggeri del 2016 a più di dieci milioni di oggi, aggiungendo numerose destinazioni, anche sul Medio Oriente che consentono ai siciliani e ai turisti in transito di raggiungere anche i grandi hub di collegamento con Asia e Australia. Abbiamo ottenuto proprio pochi giorni fa, dopo diversi anni di attesa, il via libera dal ministero dell’Ambiente sull’impatto ambientale. Ora, in accordo con Enac, possiamo davvero accelerare al massimo nei lavori di demolizione del Terminal B (ex Aerostazione Morandi) e procedere nel più breve tempo possibile alla realizzazione del nuovo scalo. Il progetto, che integrerà anche i Terminal A e C, sviluppato dallo studio Pascall+Watson consentirà uno sviluppo ancora migliore e più sostenibile e un’ulteriore implementazione dei servizi per i passeggeri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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