Catania
Cani randagi: da settembre a Catania cattura e degenza
Contrasto al randagismo, meglio tardi che mai. Il piano regionale 2019 per le sterilizzazioni dei randagi, il progetto dei “collari rossi” per intenderci, cioè quello che prevede la reimmissione sul territorio di cani randagi vaccinati, sterilizzati e dotati di collare rosso per il riconoscimento da parte di tutti, è già partito a inizio anno grazie alla convenzione stipulata con il Comune etneo. Progetto al quale sono stati destinati 440 mila euro. Ma all’idea originaria del se pur apprezzabile piano c’erano almeno due “pezzi” fondamentali che mancavano, quelli relativi alla cattura e alla degenza dei randagi che hanno inciso non poco sulle percentuali di attuazione del piano fino ad agosto.
Operazioni che però da settembre rientreranno nel progetto finanziato dalla Regione e che partirà con “incolpevole ritardo” grazie alle pressioni dell’Asp di Catania, e per i quali saranno considerati parte attiva le associazioni e i volontari che già operano sul territorio. Cattura e degenza si sarebbe dovuti prevedere nel progetto originario della Regione, «si sono persi alcuni mesi – commenta Michelangelo Privitera, Asp veterinaria Catania centro – ma recupereremo».
Per la città «si parla di 5 mila cani randagi censiti – conferma l’assessore comunale Fabio Cantarella – di cui il Comune è “proprietario”. Di questi 1400 sono ricoverati in canili vari, per loro spendiamo 3,50 euro al giorno Iva esclusa, una spesa complessiva di 2,2 milioni l’anno. Una spesa assurda. Gli altri 3600 cani sono dislocati sul territorio, per le strade della città. Appena insediato mi sono accorto che c’erano tanti cani che non dovevano stare in canile, ma che ci sono finiti per politiche superficiali del passato. La legge è molto chiara: il cane va in canile, quindi in una struttura a spese del Comune, se è un pericolo per i cittadini, quindi se è malato, morsicatore o se deve essere prelevato per curare ferite o malattie specifiche. Da allora ho chiesto specificatamente di rispettare la legge, e i numeri dei cani in canile sono diminuiti. Se da un lato comporta un risparmio per il Comune, dall’altro significa rispetto per animali abituati al contatto con l’uomo. Stiamo valutando – qui sta la novità – di realizzare strutture pubbliche che ci consentano di abbattere i costi creando contesti a misura di amici a quattro zampe, mettendo assieme associazioni per favorire le adozioni e spazi per i veterinari. Appena prima dell’estate attraverso un’ordinanza del sindaco Pogliese abbiamo aderito a un progetto dell’Asp per contrastare il fenomeno dell’abbandono degli animali domestici, favorendo la microchippatura gratuita anche dopo i 60 giorni canonici stabiliti per legge senza subire sanzioni. Il prossimo appuntamento sarà il primo fine settimana di settembre alla Villa Bellini, dove saranno presenti anche Associazioni per la promozione delle adozioni. Nei locali comunali a Nesima – prosegue – in sinergia con Asp Veterinaria abbiamo attivato la seconda sala operatoria in uno spazio che non era mai stato allestito a dovere, proprio per incrementare le sterilizzazioni, includendo un altro spazio per la degenza che ci consentirà di abbattere costi e avere un miglior controllo sulla salute degli animali. A noi preme che meno cani possibile finiscano in canile, se non nei casi di estrema ratio previsti dalla legge. Nel resto dei casi è prevista sterilizzazione, vaccinazione microchippatura, con reimmissione sul territorio con collare rosso, un chiaro segnale di sicurezza per il cittadino».
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