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Crisi Bellini, Musumeci: ” Al Teatro fondi per 13 milioni di euro. Si pagano errori del passato”

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha incontrato, insieme al sindaco Pogliese e all’assessore Messina i sindacati solo pochi giorni fa. Ha spiegato le difficoltà oggettive, ma ha aggiunto che per quest’anno il governo ha previsto un finanziamento per il Bellini di 13,6 milioni. Si è, però, soffermato anche sugli errori del passato e, forse, sulla miopia di scelte che hanno caratterizzato l’ente lirico. Insomma il governatore ha battuto un colpo al cerchio e uno alla botte, per sostenere che la politica del Teatro Bellini deve cambiare, aprirsi, pensare a nuove prospettive, come quelle del coinvolgimento dei giovani, magari con un biglietto agevolato o con l’inserimento dell’ente lirico nel circuito dei “teatri di pietra”, favorendo tournée sia nazionali che internazionali.

A mente serena e dopo l’incontro, Musumeci ha deciso di spiegare il suo punto di vista sul teatro tanto amato dai catanesi e dai melomani di tutto il mondo: «Il Massimo Bellini paga oggi gli errori e le disattenzioni degli anni passati – esordisce il governatore -. Soffre di una crisi finanziaria che è ormai strutturale. Vero è che quasi tutti i teatri lirici italiani vivono lo stesso problema, ma altrove le risorse arrivano da più soggetti pubblici e da gruppi privati. Qui, invece, il peso finanziario è tutto sul bilancio regionale, a parte una minima quota del Fus. Il Comune non tira fuori un quattrino credo dal 2004, la Provincia da un decennio. E poiché la Regione che abbiamo trovato due anni fa presenta debiti per circa sette miliardi di euro e un disavanzo di sette miliardi e trecento milioni, accumulati in un trentennio, è facile capire come sia impossibile – ci dice la Ragioneria generale – far fronte a nuovi, maggiori oneri sulla spesa corrente». «Malgrado le ristrettezze, il Bellini ha avuto col mio governo i tredici milioni circa di contributo annuo. E continueremo a proporli in bilancio per gli anni futuri. Nel frattempo, il commissario che abbiamo nominato, Daniela Lo Cascio, ha già chiuso il consuntivo 2018 e proprio ieri si è riavviata l’attività concertistica».

«Sia chiaro – spiega il presidente – non è solo un problema di denaro. Il Bellini soffre di una grave debolezza gestionale che lo fa sopravvivere e non vivere. Invece deve aprirsi al territorio, contagiare i ragazzi delle scuole, moltiplicare gli abbonamenti, attrarre quanti più turisti visitatori, tournée all’estero, proporre spettacoli a prezzi agevolati, anche nei nostri “teatri di pietra” nei mesi estivi, come abbiamo deciso di fare con l’assessore Manlio Messina. Voglio dirlo: i dipendenti hanno dimostrato particolare attaccamento al Teatro, in questi mesi di inevitabili ristrettezze. E voglio ringraziarli di cuore, assieme ai precari, cioè quelli che soffrono più di tutti questo momento. Ma se ci muoveremo tutti verso la stessa direzione – Regione, Enti locali, organizzazioni sindacali, imprenditoria, operatori culturali – il Bellini potrà presto uscire dal pantano finanziario».

Il presidente si è quindi soffermato anche sulla necessità di un piano industriale e sulla importanza di un clima sereno: «Serve un piano industriale credibile, che affideremo al nuovo sovrintendente. Serve un clima più disteso, senza dare spazio a dannosi tentativi di strumentalizzazione politica. Il Teatro Bellini deve tornare ad essere un prestigioso biglietto da visita della cultura musicale siciliana, degno della sua tradizione. E sono certo che ci riusciremo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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