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Gdo, ok del Tar ad acquisizione punti vendita per azienda Arena in Sicilia

Di Redazione |

ROMA – Resta confermata l’autorizzazione condizionata alla società Fratelli Arena per l’acquisizione di 38 rami d’azienda costituiti da punti vendita della GDO (33 supermercati e 5 ipermercati) localizzati nel territorio siciliano. L’ha deciso il Tar del Lazio con un decreto monocratico adottato nell’ambito di un ricorso proposto dalla società Distribuzione Cambria. Il presidente della prima sezione del tribunale amministrativo ha comunque già fissato l’udienza del 22 aprile prossimo per la valutazione collegiale della vicenda in camera di consiglio.

L’operazione in esame consiste nell’acquisizione da parte di Fratelli Arena del controllo esclusivo di tre gruppi di rami di azienda, tutti localizzati in Sicilia, riconducibili rispettivamente a SMA, Distribuzione Cambria ed Abate. A conclusione di una specifica istruttoria, l’Autorità ha ritenuto di autorizzare l’operazione di concentrazione, a condizione che la società Fratelli Arena desse piena ed effettiva esecuzione a una serie di misure specifiche. Ne è nato un contenzioso amministrativo proposto da Distribuzione Cambria, adesso deciso provvisoriamente dal Tar del Lazio con un decreto cautelare monocratico nel quale di considera che «nella specie, non sussistono le condizioni per disporre l’accoglimento dell’istanza nelle more della celebrazione della camera di consiglio», fissata il 22 aprile 2020.

La precisazione

Nella mia qualità di difensore della Distribuzione Cambria s.r.l., sono a specificare quanto segue. L’intero articolo, ad iniziare dal titolo, è altamente fuorviante e non corrispondente al vero.

Il TAR Lazio non si è ancora espresso sulla vicenda (nella specie, una concentrazione e non un’acquisizione), cosa di cui dimostrate di essere a conoscenza, visto che, alla fine dell’articolo, richiamate il decreto con cui il Presidente del TAR ha semplicemente affermato che non sussistono i requisiti per la pronuncia sull’istanza di sospensione prima della celebrazione dell’udienza camerale.

L’intento denigratorio e diffamatorio è evidente e doloso. Peraltro, siete nella disponibilità di un provvedimento interno, che non poteva essere esibito e, a fortiori, pubblicato sulla stampa. La Distribuzione Cambria s.r.l., che rappresento in questo procedimento, non vi ha mai prestato, così come ancora non vi presta, il consenso alla pubblicazione della propria ragione sociale sul Vs giornale, a maggior ragione nell’ambito di un articolo diffamatorio e gremito di errori in fatto e in diritto.

Non vi è chi non veda la gravità nella pubblicazione di una notizia non veritiera, suggestiva e fuorviante, in pregio al decalogo dettato dalla celebre sentenza della Corte di Cassazione, I civ. 18 ottobre 1984, n. 5259.

Avv. Stefania A. PedàCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA