Catania
Scandalo Riscossione, nelle denunce 20 deputati, altri due a Catania
Il primo sfogo è sulle indagini: «Quando dicevo di manine che aiutavano deputati regionali, dicevo il vero. Le indagini confermano altresì che non ci sono più zone franche per nessuno – avverte Fiumefreddo – e per questo ringrazio ancora una volta il procuratore Zuccaro per l’attenzione dedicata dal suo ufficio ai reati contro la pubblica amministrazione».
Fiumefreddo aggiunge che «a Catania è accaduto quello che è accaduto, ma lo stesso si è ripetuto anche in altre province». Le indagini sui 9 dipendenti etnei sarebbero «soltanto la punta dell’iceberg». Perché il capo di Riscossione ha presentato esposti a diverse Procure siciliane, in cui ci sarebbero «analoghi trattamenti» ad almeno altri 20 deputati regionali, fra i quali altri due (uno di maggioranza e uno di opposizione) anche nella denuncia che riguarda Catania. Bisognerà vedere se e come queste altre carte, «tutte contenti verifiche puntuali, con il medesimo scrupolo di quelli che hanno dato il via all’indagine di Catania», avranno il medesimo riscontro. Il mantra: «La sporcizia va denunciata e le cose vanno cambiate».
Fiumefreddo torna all’attacco di Giovanni Ardizzone, «il potente presidente dell’Ars che minaccia me e Crocetta, continuando a difendere l’indifendibile, anziché dimettersi». Dice di sentirsi «solo come non mai». Oltre che «tradito» dai dipendenti indagati, per i quali «nei termini di legge farò scattare i licenziamenti». Ma anche da quelli che ieri – nella sede di Catania – sarebbero stati protagonisti di un ammutinamento. «In sette, cinque dei quali senza giustificato motivo, hanno lasciato l’ufficio, rinunciando agli straordinari necessari per le pratiche di rottamazione delle cartelle, per “solidarietà nei confronti dei colleghi indagati”». L’amara riflessione: «Siamo a livello di Scampia e San Cristoforo, dove non si sta dalla parte della legalità ma da quella dell’illegalità». Parole durissime, ma anche un atto altrettanto forte: «Dopo la segnalazione del direttore di sede li ho denunciati per interruzione di pubblico servizio a procuratore e prefetto di Catania».
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