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Torrisi: «Totale sinergia con il nuovo socio di maggioranza»

Di Mario Barresi |

Catania – Lo scenario è cambiato. «Ma non cambia nulla, anzi», assicurano ai piani alti di Fontanarossa. Già, perché dopo la tumultuosa estate 2016, quella del cambio al vertice di Sac, sono subentrati almeno due scenari. Il primo, più significativo, è l’istituzione, ancor più tumultuosa, della nuova Camera di Commercio di Catania-Ragusa-Siracusa, socio di maggioranza assoluta, con circa il 62% delle azioni, della società che gestisce l’aeroporto di Catania. Un passaggio di testimone fra i commissari degli enti (alias: la politica) e la cordata vincente delle categorie produttive. La quale, aggiudicandosi la sfida camerale, s’è presa tutto. A partire dall’aeroporto etneo, il trofeo più ambito di una guerra infinita.

«Il rapporto con tutti i soci – assicura l’amministratore delegato di Sac – è sempre stato buono e con l’ingresso del nuovo socio sarà ancor più produttivo». Anche perché Piero Agen, presidente della super CamCom, fu fra i più accaniti (e leali) sostenitori della nomina di Nico Torrisi. Che, non a caso, garantisce: «Nessuno scossone, da parte dell’assemblea dei soci c’è la massima fiducia sul cda presieduto da Daniela Baglieri, con il quale da parte mia c’è un rapporto di totale condivisione delle scelte». Se non uno scossone, una micro-vibrazione è stata la surroga di un consigliere Sac dimissionario: Ettore De Salvo, in quota Città Metropolitana di Catania. Al suo posto ambiva Maria Grazia Brandara, ex commissaria dell’Irsap (titolare del 12% di Sac) indicata dal suo successore nell’ente che gestisce i vecchi consorzi Asi, Gaetano Clemente. Ma l’assemblea ha scelto un altro nome: Antonella Liotta, dirigente-segretario generale del Comune di Catania, fedelissima del sindaco Enzo Bianco, che infatti ha proposto la nomina in assemblea. Trovando il sostegno indispensabile del socio forte. Leotta nuova consigliera, accanto a Saro Dibennardo e Giovanni Vinci. Un nuovo asse Agen-Bianco? È presto per dirlo. Per ora è soltanto un fair play legato a «scelte di rispetto e di continuità istituzionale», riferiscono fonti camerali.

Ma sul tavolo c’è anche il tema opposto: la discontinuità. Dalla precedente gestione di Sac. Che, guarda caso, coincide proprio con la cordata sconfitta nella guerra delle CamCom, legatissima al presidente nazionale di Unioncamere, Ivan Lo Bello, e per anni impersonata dall’ex ad Gaetano Mancini. Un solco ancor più profondo, con la nuova configurazione societaria di Sac, fra passato e presente. Proprio su proposta di Agen, infatti, l’assemblea dei soci ha deliberato la richiesta di una due diligence su alcune scelte del precedente cda. Fra le quali ci sarebbero – anche se i vertici Sac non confermano – il progetto del padiglione “Norma”, gli accordi con Wind Jet e Alitalia, i bonus agli ex amministratori, oltre che l’impatto economico di consulenze e contenziosi. «Una normale verifica su numeri e atti oggettivi», s’è detto in assemblea. Ma è chiaro che, in attesa del report di una società specializzata da individuare, la decisione è una spruzzata di sale su una ferita tutt’altro che rimarginata.

Il secondo cambio di scenario è a Palazzo d’Orléans. Rosario Crocetta, per il cumulo degli enti commissariati, è stato il dominus dell’aeroporto per anni. Nello Musumeci sarà un socio meno pesante. Ma altrettanto benvenuto: «Tralasciando la stima personale e l’amicizia familiare – certifica Torrisi – sono non solo disponibile, ma anche lieto di iniziare una collaborazione istituzionale col nuovo presidente, nell’ottica della valorizzazione di Fontanarossa come eccellenza infrastrutturale dei trasporti in Sicilia».

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