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Coronavirus in Italia, si vede la luce in fondo al tunnel

Di Redazione |

Nella prima Pasqua assolata ma da reclusi per l’emergenza coronavirus, l’Italia sembra finalmente respirare un po’. Diminuiscono i malati in terapia intensiva e pure le vittime. E per entrambi la curva è in discesa da giorni. In particolare, per il nono giorno consecutivo calano i pazienti in rianimazione: sono 38 in meno rispetto a ieri, in tutto 3.343 di cui 1.176 in Lombardia. I morti si sono “fermati” a 431 in più, un numero ancora alto ma che non si registrava dal 19 marzo. Con il segno meno anche i ricoveri: 27.847 quelli con sintomi, 297 in meno rispetto al giorno precedente. Tre dati che, sommati, fanno dire agli esperti che «il trend è ormai affidabile».

E’ Luca Richeldi, del Comitato tecnico-scientifico, a dirlo chiaramente in conferenza stampa. Segno che «le misure adottate e prorogate stanno avendo un impatto su questo virus».

Hanno quindi un ritmo continuo ma più lento i contagi da Covid-19. Del resto i malati continuano a essere tanti: 102.253 cioè 1.984 più di ieri e i casi totali hanno toccato quota 156.363. Nel frattempo crescono anche i guariti: +1.677 per un totale di 34.211. Insomma, il lockdown paga. Ne è convinto il premier: «Le rinunce che ognuno di noi compie in questa domenica così importante sono un gesto di attaccamento autentico a quello che conta davvero e che potremo riprenderci presto. Insieme ce la faremo», dice, facendo gli auguri di Pasqua agli italiani.

Anche per questo il governo adegua la stretta allungando fino al 3 maggio i limiti già previsti per gli spostamenti. Lo fa con un decreto del ministro dei Trasporti Paola De Micheli. In sostanza valgono per altre tre settimane le restrizioni sui viaggi in treno, aereo, auto e per mare. Si viaggia esclusivamente per motivi di lavoro dimostrabili, di necessità o salute e sono garantiti i servizi minimi essenziali. Nessun limite invece al trasporto merci. Intanto dalle Regioni per un giorno tacciono le polemiche contro il governo. Quasi tutti i governatori si concentrano sugli incoraggiamenti per non mollare la quarantena. Il presidente del Piemonte Alberto Cirio conferma la linea del rigore e proroga fino al 3 maggio le restrizioni già in vigore. “E’ un grande sforzo ma è l’unico modo per non vanificare i sacrifici fatti finora». Resteranno chiuse anche le librerie, le cartolibrerie e i negozi di abbigliamento per l’infanzia. Stesse chiusure in Campania. Le prevede un’ordinanza firmata da Vincenzo De Luca, che cita focolai nelle famiglie come spia dell’allarme ancora alto. Pronto a una nuova ordinanza anche il Veneto, probabilmente sui dispositivi di sicurezza.

«La tragedia non è conclusa – ammonisce Luca Zaia – Sono molto preoccupato che qualcuno possa pensare che è già finita». Il riferimento è allo ‘stop al lockdown’ che ieri Zaia aveva dedotto ‘provocatoriamentè dall’ultimo decreto del premier. «Parlare di misure restrittive non ha più senso», aveva aggiunto. Oggi frena: «Per me riaprire le scuole sarebbe un errore» perché «non possiamo permetterci una nuova accelerazione del virus». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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