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Obbligo di tampone per chi viene in Sicilia, le mosse per fermare l’esodo di Natale

Di Redazione |

PALERMO – Sebbene i numeri dell’epidemia di coronavirus ora cominciano a marcare una lenta discesa del contagio anche in Sicilia, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci invita tuttavia a non abbassare la guardia in vista delle festività natalizie: «Il rischio di un nuovo esodo verso il Sud – ammonisce – è un fatto reale, che non può non destare preoccupazione. Per questo ho ritenuto di chiedere al nostro Comitato scientifico di valutare alcune misure di contenimento e sorveglianza sanitaria, che vorremo condividere anche con il ministero della Salute».

Secondo alcune indiscrezioni le misure messe in campo potrebbero riguardare l’obbligo di sottoporsi al tampone per chi rientra in Sicilia e la registrazione sul portale della Regione in modo da consentire il tracciamento.

Misure a maggior ragione necessarie se si considerano gli ultimi dati del bollettino della cabina di regia nazionale Iss-ministero della Salute. La Sicilia è ultima in Italia per capacità di tracciamento: soltanto sul 63,7% dei positivi al Covid è stata eseguita una regolare indagine epidemiologica per risalire ai contatti stretti. L’Isola fa peggio di Sardegna (67,6%), Liguria (72,7%), Emilia Romagna (73,6%) e Lazio (85,4%) e questo indicatore è l’unico peggiorato (il 20% in meno rispetto alla scorsa settimana) a fronte di miglioramenti su tutti gli altri: indice Rt, trend dei nuovi casi, focolai, occupazione di terapie intensive e degenze Covid. In pratica per quasi 4 positivi su 10 non si sa (o non si chiede) quali sono le persone con cui sono state a contatto negli ultimi 14 giorni. Segnale che i dipartimenti di prevenzione delle Asp demandati all’attività di contact tracing, sono in tilt.

Gli altri numeri invece permettono di tirare un piccolo sospiro di sollievo. «C’è un sostanziale miglioramento in Sicilia – osserva Musumeci – e si inizia finalmente a vedere una progressiva regressione della pressione sulle strutture ospedaliere. Non possiamo, quindi, rischiare di far correre di nuovo il virus per comportamenti individuali che appaiono improntati a superficialità. Lo dobbiamo – sottolinea il presidente della Regione Siciliana – alle tante vittime che abbiamo avuto e alla straordinaria passione con cui migliaia di operatori hanno adempiuto con professionalità alla loro missione di vita». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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