Ema
Ok alla quarta dose ma solo per gli over 80 e non per tutti
Non vi sono prove chiare che la protezione contro la forma grave della malattia stia diminuendo negli adulti tra 60 e 79 anni di età
ROMA. Via libera dell’Ema alla quarta dose di vaccino per gli over 80 ma non per tutti, mentre la variante Omicron BA.2 secondo l’Oms è oramai responsabile di oltre il 90% delle infezioni Covid-19 nel mondo. In Italia, spiega il ministero della Salute un italiano su 4 è stato contagiato dal virus. «In questo momento la circolazione nel nostro Paese è ancora alta e la fine dello stato di emergenza non significa la fine della pandemia», ha ribadito il ministro Roberto Speranza, che ha sottolineato come l’Aifa stia lavorando per «un accesso più diretto agli antivirali». E dal governo e dalle parti sociali è emersa la volontà comune di mantenere le misure di prevenzione sul lavoro. Per la terza decade di aprile è in programma una valutazione sull'uso delle mascherine, per decidere come orientarsi a partire del primo maggio, data attualmente prevista per la fine dell’obbligo di indossarle nei luoghi chiusi, aveva detto solo 3 giorni fa Speranza. Le task force Covid-19 dell’Ecdc e dell’Ema hanno convenuto che una quarta dose di vaccino mRna può essere somministrato agli adulti over 80 anni ma è troppo presto, invece, per considerarla nella popolazione generale: non vi sono prove chiare che la protezione contro la forma grave della malattia stia diminuendo negli adulti tra 60 e 79 anni di età con sistema immunitario normale. L’ultimo bollettino dell’Oms, rileva intanto che la variante Omicron BA.2 dilaga: nell’ultima settimana di marzo è già nel 93,6% dei campioni depositati su Gisaid, il database open delle sequenze genetiche del virus. La 'vecchià Omicron 1 conta ormai appena lo 0,94%. Per Xe, le prime stime suggeriscono che abbia un vantaggio del 10% in termini di trasmissibilità rispetto a BA.2, ma «la scoperta richiede ulteriori conferme». In Italia da inizio pandemia il totale dei casi di Covid-19 ha superato i 15 milioni: vuol dire che un italiano su 4 è stato contagiato dal virus. Sono i dati del ministero della Salute che segnala nelle ultime 24 ore 69.278 nuovi contagi (ieri erano stati 88.173) e 150 decessi, in calo rispetto ai 194 di ieri. Diminuiscono anche i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari. Una tendenza sottolineata anche da Fiaso e Agenas. Per il matematico Giovanni Sebastiani, la curva dei ricoveri per Covid-19 nei reparti ordinari è in fase di crescita frenata e si prevede che possa raggiungere il picco per la fine della settimana, mentre nelle regioni si osserva una situazione eterogenea; continuano invece – per Sebastiani – a salire le curve degli ingressi giornalieri nelle terapie intensive e dei decessi. «In questo momento la circolazione del virus nel nostro Paese è ancora alta e la fine dello stato di emergenza non significa certo la fine della pandemia. Il Governo adatterà le proprie misure e valutazioni all’andamento del quadro epidemiologico che continuiamo ad osservare e monitorare con il massimo dell’attenzione», ha sottolineato alla Camera il ministro della Salute Roberto Speranza, aggiungendo che l’Aifa ha «cominciato a lavorare per un accesso più diretto agli antivirali attraverso i medici di medicina generale. Gli antivirali – ha puntualizzato – non sostituiscono i vaccini che restano lo strumento decisivo nella lotta al Covid». Intanto, il ministero del lavoro, della Salute, dello Sviluppo Economico, l’Inail e tutte le parti sociali si sono incontrate per affrontare il tema del Protocollo di sicurezza anti-Covid ed «è emersa una volontà comune di tenere ferme, allo stato, le misure di prevenzione previste. Si tratta di una soluzione unica nel panorama europeo – spiegano – il venir meno dell’emergenza pandemica, lo scorso 31 marzo 2022, non ha fatto venire meno l’esigenza di prevenzione dei contagi, che continuano a destare preoccupazione». In Spagna, invece, il governo discute di uno stop all’obbligo di indossare le mascherine in quasi tutti gli spazi chiusi dopo il 19 aprile.