IL CASO
Posti letto Covid e ricoveri, non c’è pace per la Sicilia: i conti non tornano ancora
Sulla piattaforma Gecos non attivi i posti del Policlinico di Palermo elencati dal dirigente regionale Mario La Rocca in commissione Sanità. L'attacco a Giarratano (Cts)
Prima un doppio giallo: sui posti letto effettivi in terapia intensiva e sul ricovero di pazienti non positivi in reparti Covid. Poi un attacco, tutt’altro che sottovoce, dal vertice dell’assessorato a uno dei più autorevoli membri del Cts regionale. Tutto, ieri, in una seduta della commissione Salute dell’Ars che avrà ulteriori strascichi. Protagonista, suo malgrado, Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento di Pianificazione strategica.
«Ciò che ho sentito in commissione è agghiacciante: l’ammissione del fallimento della gestione dell’emergenza Covid in Sicilia da parte del governo regionale», accusa Antonello Cracolici (Pd), citando l’audizione di La Rocca. «È stato dichiarato che sul sito della Regione vengono comunicati come operativi posti letto di terapia intensiva che però non risultano attivi sulla piattaforma Gecos. In pratica la Regione dichiara posti che nella realtà non esistono. Come se non bastasse lo stesso dirigente ha anche dichiarato che risultato essere stati ricoverati in reparti Covid pazienti anche in assenza di dichiarata positività al tampone».
A Cracolici arriva una doppia smentita. Prima dal deputato Sergio Tancredi (di Attiva Sicilia, gruppo che sta per confluire in DiventeràBellissima): «Essendo stato presente ai lavori della commissione che ha affrontato questi problemi posso affermare senza timore di smentita che questo non risponde al vero». Poi da La Rocca stesso: «Smentisco assolutamente di avere sostenuto che in reparti Covid siano stati ricoverati pazienti negativi o in assenza di dichiarata positività al tampone. In commissione ho posto l’accento sull’attenzione e il senso di responsabilità che va riservata ai referti dei tamponi, proprio per evitare che un paziente negativo possa ritrovarsi in reparti riservati a positivi e viceversa». E ancora: «Mi sembra altrettanto sterile e strumentale la polemica sull'operatività dei posti letto di terapia intensiva del Policlinico di Palermo. Si tratta di 17 unità la cui realizzazione fu completata tra settembre e ottobre 2021 e che sono stati attivati a gennaio 2022. Conseguentemente, soltanto adesso, sono stati computati ai fini del calcolo della percentuale di occupazione delle terapie intensive, coerentemente alle indicazioni ministeriali al riguardo».
Fin qui le varie posizioni. Proviamo ad andare oltre. Sulla questione dei ricoveri “impropri” La Sicilia è risalita, attraverso autorevoli fonti della commissione, alla frase pronunciata da La Rocca. E cioè questa: «Fino a quando chi si occupa di microbiologia al Policlinico non si prende responsabilità, si rischia di ricoverare casi non Covid in reparti Covid». Ognuno, in attesa del verbale, tragga le proprie conclusioni.
Più delicato il secondo aspetto. I dubbi sui 17 posti del Policlinico di Palermo li solleva Giorgio Pasqua (M5S), citando il sito istituzionale della Regione: il 23 settembre scorso viene pubblicata la notizia che «è operativa la nuova terapia intensiva del Policlinico». Che era stata «consegnata» dal governatore Nello Musumeci e dall’assessore Ruggero Razza ai vertici dell’azienda il 5 agosto, con sorridente photo opportunity. Anche la struttura commissariale, il cui soggetto attuatore è Tuccio D’Urso, computa nel sito (post del 19 ottobre) i 17 del Policlinico fra i «95 posti di terapia intensiva e subintensiva completati».
Ma il punto è un altro: i posti sono stati caricati o no? «La Rocca ha detto di no», assicura il deputato grillino. Cerchiamo la prova oggettiva. Proprio nel portale Gecos. In cui, alle 12,30 di martedì 1° febbraio, in Sicilia risultano caricati, (oltre a 1.811 posti in reparti Covid, di cui 1.480 pieni), 240 posti di terapia intensiva. Così suddivisi: 140 occupati e 100 disponibili. In più ce ne sono 138 «attivabili in 24/48 h». Ebbene, i posti del Policlinico di Palermo (appena 6 e non 17) rientrano in quest’ultima categoria. E dunque non sono fra quelli «attivi» caricati su Gecos.
Pasqua attacca: «L’assessorato un anno fa è salito ai clamori della cronaca giudiziaria per numeri non propriamente corretti, sarebbe il caso che controllino bene ciò che dicono, in tutti i sensi». Il riferimento è all’inchiesta sui falsi dati Covid ancora aperta. Sul tavolo dei pm palermitani, inoltre, ci sarebbero recenti segnalazioni, ovviamente tutte da riscontrare, anche sui cantieri; in particolare sulla corrispondenza fra i progetti finanziati sulla carta e i lavori effettivamente realizzati nei reparti.
L’ultimo aspetto dell’audizione di La Rocca, già noto per l’audio sui «posti da caricare» della chat “Avengers” dei manager, è a filo di verbale. Il dirigente, mentre in commissione viene sentito Antonello Giarratano, lo contesta in modo tanto plateale da sembrare che voglia farsi sentire da tutti i presenti. Quando il presidente nazionale degli anestesisti e rianimatori parla di microbiologia e tamponi, La Rocca ironizza: «Meno male che ci siete voi…». Il componente del Cts ricorda poi la sua esperienza di «presidente di commissione del concorsone» e il burocrate lo rintuzza: «E ha fatto danni!». Il presidente di Siaarti provoca i deputati: «Andate a leggere il curriculum di chi avete messo a dirigere tutta l'operazione dei tamponi». E La Rocca, a voce alta: «Invece so’ mugghieri chi curriculum ha?».
Ruggini personali o rottura istituzionale? Il dubbio resta. Assieme alla sgradevolezza di esternazioni (colte da numerosi testimoni) rivolte a Giarratano dal vertice burocratico della sanità siciliana. L’unico rimasto, dopo il silenzioso addio di Francesco Bevere, ex super manager di Agenas, nominato lo scorso agosto in pompa magna (e con uno stipendio superiore a quello dei suoi colleghi) a capo del tormentato Dasoe, e ora – dal 1° febbraio – direttore generale dell’Iss, Istituto per la sicurezza sociale della Repubblica di San Marino.
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