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Rianimazioni, il Cimo rifà la conta: «I dati della Regione siciliana non solo reali»

Di Redazione |

CATANIA – Il Cimo non s’arrende: «I numeri forniti dalla Regione sui posti in terapia intensiva non rispondono alla reale disponibilità effettiva». Il sindacato dei medici ospedalieri controbatte anche all’ultimo monitoraggio, pubblicato ieri su La Sicilia, in cui l’assessorato alla Salute ha verificato, ospedale per ospedale, i dati caricati sulla piattaforma di Protezione civile “Gecos”. Il dato finale è di 817 letti «effettivamente disponibili», superiore anche alla capienza di 752 finora comunicata al ministero della Salute.

Ma il Cimo rilancia. Con un contro-monitoraggio, realizzato con proprie fonti sanitarie: i posti disponibili, aggiornati a ieri, sono 571, con un incremento rispetto ai 542 censiti il 17 novembre. Ma sempre 210 in meno del conteggio dell’assessorato. Le principali differenze riguardano gli ospedali del Messinese (65 posti in meno, di cui 19 al Papardo e 12 al Policlinico), di Ragusa (-26 fra il capoluogo, Modica e Vittoria), di Caltanissetta (-16 al Sant’Elia, -9 a Gela). Meno significative, soprattutto rispetto ai numeri assoluti, le discrepanze rilevate dal Cimo a Catania (fra cui 20 posti anziché 32 al Garibaldi Centro; 26 e non 34 al Policlinico) e a Palermo, con una differenza di 21 posti fra città e provincia: -7 all’Ingrassia e a Partinico, -6 al Policlinico e -4 al Civico rispetto al report dell’assessorato.

Inoltre, nell’Ennese ci sarebbe un saldo negativo di 15 posti (-10 all’Umberto I, -7 a Nicosia, ma con due letti attivati a Piazza Armerina), mentre nel Siracusano c’è un -15 (16 posti anziché 24 all’Umberto I, rispettivamente 8 e 6 ad Avola e Lentini, invece dei 12 e 10 dichiarati). A Trapani: 8 i letti “virtuali” secondo Cimo.

«Questo è un lavoro della segreteria regionale – spiega Angelo Collodoro, vicesegretario regionale del Cimo – che ha coinvolto tutte le strutture territoriali provinciali al fine di fornire un contributo di chiarezza e trasparenza in un momento in cui il dibattito nazionale sta affrontando questi temi. Dimostriamo ancora una volta di essere estremamente tecnici senza trascendere nelle sterili polemiche che non ci appartengono».

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