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Tony Zermo: «Questo coronavirus mi fa sentire vecchio. E piango»

Di Redazione |

Catania – «Piango perché sono vecchio, perché questo coronavirus mi fa sentire vecchio. Piango perché sento il mondo lontano, perché dal balcone non vedo più nessuno. Piango per questa mia vita interrotta, per la brutta prospettiva di usare la maschera quando uscirò. Già, ma quando uscirò, quando tornerò a calpestare le basole del marciapiede? Piango perché ricordo i miei genitori come non facevo da tempo, piango perché ricordo gli amici che non ci sono più, perché penso a quando ero giovane e felice come se il mondo fosse mio e io fossi del mondo.

Piango perché non ho alcuna certezza del domani, perché non so quando potrò uscire e se uscendo correrò il rischio di incontrare la morte. Piango perché quando si riaprirà il mondo non potrò più viaggiare a causa della mia sopravvenuta decrepitezza, piango perché mi è stato rubato l’ultimo pezzo della mia vita, quella che era destinata alla libertà assoluta, alla spensieratezza, agli amici, al gioco, ai piccoli piaceri della vita. Piango perché un piccolo virus bastardo arrivato dall’Asia sta cambiando il mondo e le mie abitudini. Piango perché è Pasqua, perché le musiche liturgiche mi ricordano l’innocenza perduta, piango perché mi commuovo sotto il peso dei ricordi e non so bene se questa è la mia ultima Pasqua. Abbraccio tutti i vecchi come me che si interrogano sul domani e a cui non può bastare il calore degli affetti familiari, il tricolore sui balconi e l’inno nazionale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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