Covid-19
Vaccini, in Sicilia ora comincia la vera sfida: over 80 e ospedali, il piano di Razza
PALERMO – Quando si spengono le luci del palcoscenico principale – quello del Civico, con i primi 50 sanitari prescelti – per i vaccinatori siciliani comincia la parte più complicata del loro lavoro. Ieri pomeriggio, simbolicamente, la prima Rsa a ricevere le dosi (per 25 anziani ospiti e per 5 operatori) è la “Buon Pastore” di Palermo. Lì dentro c’è anche una nonnina di 93 anni, «felice» di esserci. In prima fila. Per caso.
Ma da oggi, lontano dai riflettori, sarà un’altra cosa. Oltre a 10 operatori sanitari dell’Asp di Palermo, oggi si sono sottoposti alla vaccinazione a Villa delle Ginestre 10 operatori dell’Asp di Catania, 10 dell’Asp di Messina, 5 dell’Ospedale Giglio di Cefalù e 5 del Buccheri La Ferla. Nel pomeriggio sarà la volta di 10 operatori dell’Asp di Ragusa. Domani e mercoledì l’attività proseguirà a Villa delle Ginestre con lo stesso programma.
Intanto, l’assessorato alla Salute ha effettuato un monitoraggio sulle 85 persone che ieri hanno ricevuto il vaccino anti Covid: nessuno ha presentato sintomi avversi.
Fino al 30 dicembre si procederà al ritmo di 200 dosi giornaliere. C’è stato qualche mugugno, dai vertici di aziende sanitarie e ospedaliere periferiche, sulla scelta di tre strutture di Palermo per vaccinare i 600 operatori coinvolti, 420 dei quali provenienti da altre province. Con perplessità su turni scoperti, logistica per spostamenti rispettosi delle regole, oltre che sui criteri di scelta dei vaccinandi.
Ma Ruggero Razza spegne ogni polemica: «In questa prima fase simbolica, con appena 685 dosi arrivate in Sicilia, anziché vaccinare soltanto personale di Palermo, abbiamo scelto di coinvolgere tutta la Sicilia, evitando però uno sforzo organizzativo inutile, compreso quello della scorta del Nas magari per due flaconi in una singola azienda». L’assessore alla Salute assicura che «a regime ognuno farà il vaccino nella propria zona di provenienza». Con il coinvolgimento dei 36 centri di stoccaggio autorizzati dal commissario Francesco Arcuri e con tutti gli ospedali siciliani accreditati per somministrare.
Oggi a Priolo nella zona industriale di Siracusa, per una visita al presidio Uscai, Unità Speciale di Continuità Assistenziale Industriale dell’Asp di Siracusa, Razza ha fatto sapere che presto in Sicilia saranno assunti oltre 1.000 tra medici e infermieri anche per spingere sulle vaccinazoni: «La Protezione civile nazionale e il commissario nazionale per l’emergenza hanno inserito una specifica norma nella legge di stabilità del parlamento che prevede l’assunzione in tutta Italia di 13.000 infermieri e di 3000 medici. L’8 per cento di questi è destinato alla Sicilia» , ha detto Razza «Su questo si lavorerà intensamente: il bando è già scaduto. La Sicilia, come tutte le regioni italiane, attingerà al bando per rafforzare le squadre di vaccinazione», ha aggiunto.
«Se dovessi fare una provocazione dovremmo diffondere le immagini di una terapia intensiva e il dolore di tanti familiari che hanno visto andare via i loro parenti», ha invece spiegato l’assessore parlando dela necessità di sensibilizzare la popolazione a fare il vaccino. «Io penso che ci voglia una sensibilizzazione molto forte sulla vaccinazione – ha affermato – L’Istituto superiore di sanità sta lavorando ad una campagna scientifica: sarebbe sbagliato pensare di convincere le persone con la forza. Bisogna che tutti comprendano quanto sia importante riprendere una vita normale, magari riuscire a levarsi questa mascherina fra qualche mese e riuscire a riabbracciare i propri cari».
Razza si dice «ottimista» sulla prima fase vera e propria, con circa 400mila siciliani coinvolti. «Il numero dei cittadini da sottoporre alla vaccinazione è significativo: oltre ai 141mila, che è la somma degli operatori sanitari e del personale ospite delle Rsa, dovrà partire la vaccinazione degli over 80 che in Sicilia ammontano a quasi 250mila unità», E questa per la Regione (che aspetta indicazioni da Arcuri) è la sfida più difficile, anche perché, annota Razza, «gli ultraottantenni hanno caratteristiche molto diverse fra loro: c’è chi è talmente giovanile da essere quasi offeso dall’inserimento in questa categoria, ma c’è anche chi vive da solo in una casa da cui magari non può uscire».
«Per le altre fasi della vaccinazione – ha detto oggi Razza – il commissario Arcuri ha convocato una riunione per meglio determinare alcune categorie: ci saranno le persone autosufficienti che potranno essere contattate e le persone non autosufficienti per le quali la vaccinazione dovrà invece avvenire a domicilio».
Il governatore Nello Musumeci conta di immunizzare entro settembre 3,5 milioni di siciliani. Un’utopia? No, se si guarda ad altre proporzioni: nell’Isola ogni anno in media sono circa in 900mila a vaccinarsi contro l’influenza; un numero salito quest’anno a 1,5 milioni. «Con più tipi di vaccino a disposizione ci riusciremo», sillaba Razza. E una speranza, da futuro papà, gli scappa: «Fidiamoci della scienza e della nostra sanità. Riusciranno a farci abbracciare di nuovo».
Twitter: @MarioBarresi
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