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Aggredirono medico al Ps dell’Ove, condanne pesanti per i tre autori

Sette anni di pena per due e 5 anni per il terzo nel processo di primo grado

Di Laura Distefano |

Le condanne sono pesanti. Anzi pesantissime. Cinque anni dopo il vile pestaggio del medico Rosario Puleo al pronto soccorso del Vittorio Emanuele la sera di Capodanno, è arrivato l’epilogo giudiziario del processo ordinario. La giudice monocratica Luisa Intini ha condannato a 7 anni Angelo Vitale e Federico Egitto. Contestualmente il Tribunale ha emesso il verdetto nei confronti di Mauro Cappadonna: la pena comminata è 5 anni.

I due procedimenti hanno avuto strade separate, ma il primo scoglio processuale si è concluso in modo contestuale. La giudice Intini ha condannato tutti e tre gli imputati (imputati per lesioni aggravate, interruzione di pubblico servizio e minacce a pubblico ufficiale, anche al risarcimento del danno delle parti civili: il medico aggredito, assistito dagli avvocati Maria Licata e Mattia Serpotta, l’assessorato regionale alla Sanità e l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico, assistita dall’avvocato Antonio Fiumefreddo.

La giudice ha stabilito una provvisionale: il risarcimento infatti sarà definito in sede civile. Questo è solo uno dei tronconi processuali che si sono aperti dopo l’indagine della Squadra Mobile etnea che in due mesi ha individuato il commando che ha malmenato il medico di turno al pronto soccorso, ormai chiuso, di via Plebiscito. Gli altri protagonisti del pestaggio sono stati già condannati in via definitiva in Cassazione. A incastrare gli aggressori, alcuni con contatti e parentele con elementi del clan Cappello, sono state le immagini di videosorveglianza dell’ospedale Vittorio Emanuele da tempo dismesso. Le telecamere hanno immortalato minuto dopo minuto la violenza che si è consumata nelle corsie del pronto soccorso.

Ma riavvolgiamo il nastro. Tutto è successo la sera di Capodanno. Rosario Puleo ha cominciato il turno alle 20, all’improvviso gli si è parato davanti Mauro Cappadonna. L’imputato condannato dal Tribunale avrebbe preteso nome e cognome di una giovane ricoverata  per un incidente in motorino: la ragazzina avrebbe avuto la colpa di aver danneggiato l’auto dell’aggressore. 

Il rifiuto di Puleo ha scatenato la vendetta di Cappadonna. Il medico è stato circondato da 7 persone e malmenato. Alcuni complici hanno fatto da palo allo scopo di evitare l’intervento di altri operatori sanitari.  L’imputato è riuscito a entrare all’interno del Pronto soccorso grazie all’aiuto di un operatore del 118 che gli ha fornito il suo codice identificativo. Mauro Cappadonna è stato arrestato in flagranza la stessa sera del pestaggio: gli agenti delle Volanti lo hanno ammanettato in via Plebiscito. Poi è servita la certosina inchiesta della Mobile, con il coordinamento della Procura etnea, per chiudere il cerchio sugli altri imputati. All’epoca la risposta dello Stato è arrivata in poco tempo. La vicenda ha scosso l’opinione pubblica e sollevato i riflettori sulle aggressioni ai danni dei medici, soprattutto dei medici d’emergenza. E, purtroppo, resta ancora molto da fare. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA