Cronaca
Csm, bufera Procure: Palamara ricusa il giudice catanese Ardita
ROMA – L’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione, ha ricusato uno dei giudici della Sezione disciplinare del Csm che il 2 luglio dovrà decidere se sospenderlo dalle funzioni e dallo stipendio. Si tratta del consigliere Sebastiano Ardita, di Autonomia e Indipendenza, da cui evidentemente non gradisce essere giudicato.
Già altri tre giudici disciplinari hanno manifestato l’intenzione di astenersi, a cominciare dal vice presidente del Csm David Ermini. L’istanza di ricusazione di Ardita, che secondo Palamara avrebbe dovuto astenersi come i colleghi, è stata presentata alla Sezione disciplinare dai legali del magistrato assieme a una memoria difensiva.
Nelle intercettazioni dell’indagine sul pm romano e sul Csm che ha già portato alla dimissioni di quattro consiglieri, Cosimo Ferri e Luigi Spina e Palamara dimostrano di temere Sebastiano Ardita, il pubblico ministero catanese membro del Csm – col quale Ferri dai primi anni Duemila condivideva la comune militanza in MI prima che avvenisse la scissione che portò alla nascita di A&I – tanto da considerarlo “un talebano”.
In altre intercettazioni, pubblicate dall’Espresso, il gruppetto fa apprezzamenti nei confronti di Ardita, davighiano di ferro e neo membro del Csm in Prima Commissione, proprio dove è finito l’esposto di Fava contro Ielo. E Spina intercettato dice a Ferri: “C’è coso che vuole spingere… Sebastiano… digli di stare calmo..”.
Non solo. Nelle intercettazioni, Ferri dice di lui che è “intelligente” ma …per lui o “è bianco o è nero”, “un talebano” lo definisce Luigi Spina; “uno che non si fa i fatti suoi” gli fa eco un altro partecipante alla riunione. Ferri insiste e ricorda i tempi della comune militanza in MI. Racconta che Ardita voleva rinnovare il gruppo ed emarginare i “vecchi”’ e tutti coloro avrebbero tenuto condotte discutibili. “Mi soffocava”, aggiunge l’ex magistrato per spiegare la fine dei loro rapporti e della militanza comune in Magistratura Indipendente; e non nasconde il timore che Ardita voglia tornare a riprendersi la corrente per fare il segretario.
Ferri: “È tosto… sai cosa, io l’ho capito Ardita… lui vuole rientrare e prendere in mano Magistratura indipendente politicamente… come segreteria, perché lui il cuore ce lo ha lì, dai”. Spina: “È più a destra di tutti Ardita, ragazzi…”.
Il gruppetto da un lato voleva sfruttare il rigore di Ardita per approfondire la vicenda in prima commissione e definirla in fretta. Ma Luigi Spina invece vuole frenare per tenere il fascicolo aperto più a lungo possibile: “C’è Sebastiano che vuole spingere… digli di stare calmo… già lo voleva convocà… Calma… più sta quella pratica, meglio è…”, suggerisce Spina.
Anche Palamara non riesce ad avere accesso diretto ad Ardita per la sua domanda di aggiunto a Roma e chiede a Fava come può arrivarci. ”Qualcuno ci ha parlato con Sebastiano?”. E spera nella sua intransigenza per l’esposto Fava in prima commissione. Ma poi Ardita comprenderà che dietro l’esposto Fava si cela una strategia di Palamara e l’audizione non avverrà.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA