Il Caso
Furto al museo del Castello Ursino: è caccia al Lupin di Catania
L'epigrafe funeraria ebraica del IV secolo è sparita l'ultimo weekend di gennaio. Indagano i carabinieri.
Silenzio. E divieto assoluto di parlare, soprattutto con i giornalisti. Questa è la politica attuata da tutti i palazzi – sia amministrativi che investigativi – sul caso del furto al museo civico del Castello Ursino.A fine gennaio, come riportato da LiveSicilia, è stata rubata un’iscrizione funeraria ebrea risalente al IV secolo d.C. La lapide in marmo, scritta in greco antico, è un reperto prezioso e storico che documenta la presenza della comunità ebraica in questa parte di Sicilia.Che dall’esposizione delle prime sale del museo di piazza Federico II di Svevia mancasse un’opera ce ne si è resi conto lunedì 29 gennaio. Il vuoto nella parete espositiva ha fatto scattare l’allarme prima tra il personale che lavora al Castello Ursino. E poi la notizia è stata trasmessa ai dirigenti comunali.
La denuncia del furto
La denuncia è stata presentata lo stesso giorno ai carabinieri di piazza Dante. Determinare la data della scomparsa dell’epigrafe non è stato possibile: si ipotizza che il colpo sia stato messo a segno tra sabato 27 e domenica 28, giorni in cui la struttura museale era visitabile.Il pezzo trafugato pare non essere coperto da assicurazione. Le sale del museo sono tutte dotate di sistema di videosorveglianza e sono tutte funzionanti. Però pare che la zona dove era esposta l’iscrizione fosse fuori obiettivo. E cioè non coperta dall’inquadratura della telecamera. Può essere infatti che questo particolare non sia sfuggito al “Lupin” etneo, che ha quindi potuto agire indisturbato. E quindi non si può escludere che il furto sia avvenuto proprio durante gli orari di apertura al pubblico.
Le telecamere
Le indagini dei carabinieri sono scattate immediatamente. I militari hanno visionato i nastri del sistema di videosorveglianza interno ed esterno del maniero per cercare di trovare qualche indizio che possa portare a identificare il ladro d’arte. Ma lo studio delle immagini si è anche allargato alla zona attorno la piazza, dove sono presenti telecamere anche di privati. Un campo largo che possa permettere agli investigatori di trovare una pista.Le indagini sono svolte dai carabinieri di piazza Dante in sinergia con la sezione di Siracusa del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Il Tpc ha già effettuato l’inserimento dell’iscrizione ebrea nella banca dati. Un sistema che serve a incrociare diverse informazioni fondamentali nelle indagini sul furto di reperti archeologici come quello scomparso dal Castello Ursino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA