Notizie Locali


SEZIONI
Catania 15°

IL PROGETTO

Giornalisti uccisi dalla mafia: 8 targhe per non dimenticare

Nel Giardino della memoria di Ciaculli l'iniziativa dell'Assostampa regionale che coinvolge il quotidiano “La Sicilia”

Di Redazione |

Otto targhe ricordano al “Giardino della Memoria” di Ciaculli altrettanti giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro in Sicilia. Accanto a quelle targhe anche quelle che ricordano Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, le loro scorte. Dal Giardino della Memoria, all’uscita di Palermo, nella frazione di Ciaculli, bene confiscato alla mafia, oggi di proprietà del comune di Palermo e concesso ad Assostampa Sicilia con il Gruppo Cronisti siciliani assieme alla sezione di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, è partito con un evento in coincidenza dei 31 anni dalla strage di Capaci, il progetto del sindacato unitario dei giornalisti siciliani “ Memoria e verità: i cronisti siciliani raccontano” che coinvolge il quotidiano “La Sicilia” che ospiterà in occasione degli anniversari di morte degli 8 giornalisti siciliani uccisi dalla mafia i racconti sulle loro vite approfonditi dai cronisti di Assostampa e de La Sicilia.

La targa mancante

“Al Giardino della memoria manca una targa – spiega Roberto Leone vicesegretario vicario di Assostampa Sicilia – quella per Ezio Calaciura giovane cronista agrigentino corrispondente del giornale L’Ora e de La Sicilia, morto in un misterioso incidente stradale sulla Reggio Calabria-Salerno la notte del 21 marzo 1973. Aveva fatto molte inchieste sulla mafia agrigentina e in particolare aveva lavorato sull’omicidio del commissario Cataldo Tandoj, assassinato nel 1960 in pieno centro ad Agrigento mentre passeggiava con la moglie. Quelle indagini erano state un clamoroso caso di depistaggio orchestrato proprio dalla mafia. E su questo aveva lavorato con passione e impegno Ezio Calaciura in compagnia di Mauro de Mauro altro cronista de L’Ora scomparso misteriosamente nel settembre del 1970. Di certo c’è che sono spariti sia l’archivio segreto di Tandoj che molti appunti e taccuini di Calaciura, mentre per il relitto di quell’auto distrutta nell’incidente sono stati offerti alla vedova un mucchio di soldi.”

Il libro

Il “caso Calaciura” è stato riportato alla ribalta proprio nei giorni scorsi con l’uscita del libro l’imbroglio scritto dei colleghi Massimo Novelli e Sergio Buonadonna appena presentato dall’ex procuratore capo Giancarlo caselli al salone del libro di Torino. Assostampa Sicilia spiega il vicesegretario Leone «crede non sia più rinviabile una campagna per accertare quello che è successo, come è avvenuto nel caso ad esempio di Peppino Impastato, e come non è ancora avvenuto nel caso di Cosimo Cristina.” 

Pippo Fava e Beppe Alfano

“Sposiamo in pieno l’iniziativa di Assostampa- commenta il direttore de La Sicilia – Lo facciamo per dovere professionale e impegno civico. Con convinzione e passione, anche nel ricordo di Pippo Fava, che sulle nostre pagine scrisse inchieste e reportage memorabili, e di Beppe Alfano, ucciso per ciò che scriveva per noi dal Barcellonese”.

Al giardino della memoria, ieri, dopo un minuto di silenzio alle 17 e 58 in memoria delle vittime della strage di Capaci la scopertura delle nuove targhe dedicate a Cosimo Cristina e Peppino Impastato in sostituzione di quelle ormai rovinate e quasi illeggibili. Tra gli interventi  l’assessore del comune di Palermo Maurizio Carta e la presidente dell’Anm di Palermo Clelia Maltese.

Le voci

A dare voce alla memoria dei cronisti uccisi dalla mafia coordinati dalla presidente del consiglio regionale di Assostampa Tiziana Tavella, sono stati Roberto Leone, Peppino Manzella e Carlo Bommarito che hanno ricordato da compagni di militanza, l’impegno sociale di Peppino Impastato; Gianluca Caltanissetta, segretario Assostampa Palermo ed i giornalisti Vincenzo Buonadonna e Francesca La Mattia hanno raccontato Cosimo Cristina primo cronista siciliano ucciso dalla mafia, mentre Franco Nicastro consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti ha ricordato l’esperienza de L’Ora che ha chiuso le pubblicazioni l’8 maggio di 31 anni fa alla vigilia delle stragi di Capaci e via d’Amelio. Presente all’evento una delegazione di studenti del liceo Danilo Dolci guidata dal preside Matteo Croce.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA