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Il concorsone all’Ars è stato un flop ma la Regione: «Ci saranno assunzioni»

Di Giuseppe Bianca |

Palermo. Il presidente dell’Ars lo aveva annunciato l’11 luglio 2018, praticamente un anno fa. Ieri si sono svolte le prime prove. Il “concorsone” dell’Ars che dovrebbe aprire le porte della pubblica amministrazione agli 11 fortunati vincitori attendeva 2.980 contendenti. Alla fine invece si sono presentati “soltanto” in 300 o poco meno, per la maggior parte compresi fra i 25 e i 35 anni. Un dato in parte a sorpresa, se si tiene conto della fame di lavoro, dell’appetibilità del posto pubblico e dell’affluenza di siciliani che partono, secondo lo schema classico, raccontato dal film Nati stanchi di Ficarra e Picone, carichi di speranza e pronti a tornare con tanta delusione nella valigia, dai mega concorsi banditi anche in altre regioni.

Un esempio per tutti, i bandi messi a punto dall’Agenzia delle Entrate, in cui la partecipazione dalla Sicilia, per lasciare l’Isola e andare a lavorare fuori (Lombardia, Veneto, o Piemonte, solo per fare qualche esempio) ha superato di tre o quattro volte il numero dei partecipanti di ieri.

Alla Fiera del Mediterraneo, a Palermo, c’era il 10% degli aspiranti attesi. alla Fiera del Mediteranneo, In una giornata caldissima, che ha rischiato di essere incandescente, a causa di un guasto elettrico che per qualche minuto ha mandato in tilt i condizionatori. Il guasto è stato poi riparato.

Cosa è successo questa volta. Cosa si è inceppato? Una prova tutta siciliana avrebbe lasciato presupporre una maggiore partecipazione finale. I giovani siciliani non credono più alla trafila nella pubblica amministrazione, o ha scoraggiato il numero relativamente basso di potenziali assunti?

La Sicilia che continua a mettere al centro il posto pubblico, come aspirazione più rassicurante per il futuro dei propri figli, in questo caso, si è presa una pausa di riflessione. Eppure il profilo di consigliere parlamentare (che prevede uno stipendio da 2.952 euro) al mese si colloca in una fascia assolutamente apprezzabile nella giostra del reclutamento della pubblica amministrazione. Dopo la prova di ieri, di diritto amministrativo, sono in programma altri tre scritti. La seconda, prova in programma oggi a Palazzo dei Normanni, testerà la cultura di diritto costituzionale dei concorrenti; la terza, programmata per giovedì verte sulla contabilità di Stato e l’ultimo scritto, venerdì, saggia la la conoscenza della storia post-risorgimentale.

Inoltre la macchina dei concorsi del parlamento siciliano non si ferma qui. Un’altra opportunità infatti è data da quello (bandi scaduto a metà giugno) per 8 posti di segretario parlamentare di prima fascia, con mansioni di segretario di amministrazione. In questo caso la partecipazione è stata aperta a tutti i diplomati con almeno 90/100 e laureati di primo livello senza limiti di voto.

Ulteriori test per capire se si tratta solo di una crisi passeggera o della fine di un amore tra i siciliani e i concorsi pubblici potrebbero invece essere in programma nel 2020 con la Regione che punta, senza mezzi termini, a superare il blocco delle assunzioni che in Sicilia vige da oltre un decennio.

In particolare per supplire ai vuoti generati dal turnover dettato dai tempi (tre anni) dell’esodo dei prepensionamenti dei dipendenti della Regione (avviato con il precedente governo, che ha sfoltito i ranghi corposi dell’amministrazione) sono in programma veri e propri piani di reclutamento di nuove risorse. A essere messe in campo dovrebbero essere, poco meno di 3 milioni di euro. Quasi 800mila euro per il profilo dei dirigenti e 2 milioni di euro per la parte dei funzionari regionali.

In meno di 5 anni, dal 2015 a oggi l’esercito dei regionali ha sfoltito dunque i suoi ranghi. Per effetto dei pensionamenti saranno andati via in 5mila complessivamente tra tutte le finestre (l’ultima sarà nel 2022). Anche la percentuali dei dirigenti avrà visto alla fine sfumati i suoi contorni (poco più di un migliaio alla fine).

Oltre ai concorsi “in itinere” rimane la pagina dei precari da stabilizzare, che tra enti locali, ex Province e Regione, tiene ancora sospesi molti dei destini del lavoratori siciliani.

L’assessorato regionale alla Salute ha pubblicato la circolare attuativa per fornire indicazioni ad aziende ed enti per avviare le procedure in tal senso. Soddisfatta la Fials Sicilia: «Con questa circolare – spiega il segretario regionale della Fials, Sandro Idonea – sull’applicazione delle procedure di reclutamento straordinario del“ precariato storico” tra Lsu, Puc e Asu, si pone la parola fine ad una delle pagine più sofferte e complicate della sanità siciliana».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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