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LA SCHEDA/ L’abusivismo in Sicilia, fenomeno che non conosce la crisi

Di Fabio Russello |

Seconde case, a volte intere cittadelle, specialmente lungo la costa nelle zone di maggior pregio turistico. E’ la forma che assume l’abusivismo al Sud Italia e la Sicilia, con i suoi 1.484 km di costa, è la regione storicamente più colpita. Proprio qui si torna a parlare di condono, con l’emendamento che prevede la sanatoria per le abitazioni abusive costruite entro 150 metri dalla costa e che ha già suscitato dure reazioni da più parti, dagli ambientalisti al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che si è detto pronto a impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale ogni legge che permetta condoni edilizi e a usare ogni strumento legislativo se dovesse passare la norma.

A scattare una fotografia del fenomeno in Sicilia, il rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente: a Catania, dalla metà degli anni Sessanta, sono stati costruiti migliaia di villini che hanno dato vita a una lottizzazione illegale a ridosso della foce del fiume Simeto e nelle aree umide circostanti, una zona a vincolo di inedificabilità assoluta e dal delicato assetto idrogeologico; sul lungomare di Marsala sono circa 600 le case realizzate nella fascia dei 150 metri, nonostante la norma che lo vieta (art.15 della legge n.78 del 1976) e successive a questa; a Triscina, aera che comprende il pregevole parco archeologico di Selinunte, c’è un intero quartiere di oltre 5mila case abusive, di cui oltre 1000 insanabili e 300 entro i limiti dei 150 metri.

Nella Valle dei Templi le demolizioni sono partite: la zona è sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, eppure tra i primi anni Settanta e il 1985 qui sono sorti 560 immobili abusivi. Nella Valle del fiume Simeto (Catania), da circa tre anni si demoliscono villini illegali con una certa costanza. Le reazioni degli abusivi, però, spesso sono tutt’altro che colpevolmente dimesse: lo dimostra il caso di Licata dove il sindaco Angelo Cambiano, dopo aver indetto la gara e avviato le prime rimozioni delle case costruite entro i 150 metri dalla battigia, sottoposte al vincolo di inedificabilità, ha dovuto fronteggiare non solo le barricate dei proprietari, ma anche minacce e l’incendio della sua casa di campagna. Il fenomeno dell’abusivismo, naturalmente, non riguarda solo la Sicilia. Basta pensare che negli ultimi otto anni il settore edile nazionale ha subito una contrazione che l’Istat calcola attorno al 60%, mentre il mercato illegale parallelo si è fermato al 30%. Secondo le ultime del Cresme Consulting, il fenomeno avanza al ritmo di oltre 20mila unità all’anno, nonostante la crisi. Cosa si fa per arginarlo? Troppo poco. Tra 2000 e 2011 solo il 10% delle ordinanze si è concluso con la demolizione, e secondo il rapporto di Legambiente in questi ultimi 5 anni la percentuale non è cambiata di molto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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