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Strage di Licata, l’assassino è ancora in vita: «Dichiarata la morte cerebrale»

Angelo Tardino, inizialmente dato per deceduto dopo che si è sparato un colpi di pistola in testa,, sarebbe in fin di vita

Di Redazione |

Non è morto Angelo Tardino, 48 anni, l’uomo che ha sterminato la famiglia del fratello a Licata uccidendo anche la cognata e due nipotini. I carabinieri pensavano in  un primo momento che fosse deceduto dopo essersi sparato un colpo di pistola, ma successivamente hanno scoperto che l’uomo respirava ancora. Tardino, che è agonizzante, è stato intubato e trasferito in elisoccorso all’ospedale Sant'Elia di Caltanissetta.

Le sue condizioni sono gravissime, avrebbe il cervello spappolato dal colpo di pistola calibro 9 che si è sparato alla tempia dopo aver compiuto il massacro. I sanitari che lo hanno soccorso hanno parlato di «morte cerebrale». Dieci Carabinieri stanno presidiando il pronto soccorso dell’ospedale Sant'Elia di Caltanissetta dove Tardino è stato ricoverato. L’uomo come detto sarebbe in morte cerebrale quindi in coma. Al momento il paziente è stato portato alla Tac.

«Il paziente è in fin di vita e non operabile. Le lesioni riportate sono gravissime e incompatibili con la vita», ha detto il primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, Giancarlo Foresta, che ha assistito personalmente Tardino appena arrivato in pronto soccorso.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA