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Reflui fognari in mare a Lampedusa, chiesto processo per 18 persone

Tra gli imputati ci sono anche il sindaco dell’isola, Salvatore Martello, che è in corsa per il secondo mandato amministrativo e il suo predecessore Giusi Nicolini

Di Redazione |

I reflui fognari dei 5 impianti di sollevamento, senza alcun trattamento, sarebbero finiti in mare rendendo l’acqua «anche a 20 metri dalla costa di Lampedusa, torbida ed emanante un forte odore di fogna». E' questa l’accusa principale mossa dal pm di Agrigento Paola Vetro nei confronti dei 18 imputati nei cui confronti è stato chiesto il rinvio a giudizio. Fra questi il sindaco dell’isola, Salvatore Martello, che è in corsa per il secondo mandato amministrativo; il suo predecessore Giusi Nicolini; i responsabili dell’impresa Nurovi, ditta aggiudicataria ed esecutrice dell’appalto per l'ampliamento dell’impianto di depurazione; Maurizio Pirillo, 60 anni e Salvatore Cocina, 63 anni, che hanno ricoperto negli anni il ruolo direttore generale del dipartimento Acque e rifiuti. 

La contestazione principale è quella di avere consentito, a partire dal 2015, lo scarico dei reflui provenienti dai 5 impianti di sollevamento «non sottoposti ad alcun trattamento deteriorando il mare». I valori, secondo l’atto di accusa della procura di Agrigento, sarebbero stati superati in maniera "macroscopica". L’udienza preliminare davanti al gup Stefano Zammuto è stata rinviata al 5 luglio perché alcune notifiche non sono andate in porto. L’indagine, negli anni scorsi, ha portato al sequestro del depuratore.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA