Notizie Locali


SEZIONI
Catania 13°

Cronaca

Sea Eye, la Germania: «La Ue trovi al più presto un porto sicuro»

Di Redazione |

Un altro braccio di ferro si profila tra il Governo italiano e le Istituzioni europee sulla vicenda legata alla Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca Sea Aye che ha soccorso 64 profughi, tra cui molti bambini, al largo della Libia. La Nave si trova al momento in navigazione verso Lampedusa.

«Abbiamo pregato la Commissione Ue di assumere il coordinamento del caso Alan Kurdi e di considerare la necessità che la nave entri al più presto in un porto sicuro» ha detto un portavoce del ministero dell’Interno tedesco. Il Governo tedesco ha però spiegato di essere disposto «a dare il suo contributo nell’accoglienza, anche nel caso delle 64 persone della nave Alan Kurdi» ha aggiunto il portavoce del ministero dell’Interno tedesco ribadendo l’appello ad un impegno in questo senso anche dagli altri partner europei e alla necessità di attivare un meccanismo ad hoc. «Ricordiamo che la Germania nei mesi passati ha accolto diverse persone tra quelle soccorse nel Mediterraneo ed è disponibile a dare il suo contributo anche nel caso Alan Kurdi – ha sottolineato il portavoce del ministero dell’Interno tedesco – e ci auguriamo e ci impegniamo – ha aggiunto – affinché in futuro si trovi una soluzione più veloce, basata sulla solidarietà». «Confidiamo che anche in questo caso ci siano altri Paesi disposti ad accogliere alcune delle persone soccorse». Poi ancora l’auspicio per «la creazione di un meccanismo ad hoc che renda più veloce ed efficace il salvataggio in mare e che sia ispirato da solidarietà e umanità».

Le Ong vanno all’attacco: «Siamo di fronte all’ennesima violazione del diritto da parte del Governo italiano, mentre decine di naufraghi, tra cui bambini piccolissimi, restano in balia delle onde rifiutati dall’Europa» hanno detto dalla Mediterranea saving humans commenta in un tweet il caso della nave Alan Kurdi.

Da Pargi dove è in corso la conferenza del G7 è arrivata la risposto del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Sea Eye ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all’Italia, quindi mettendo a rischio la vita di decine di persone» per «un motivo evidentemente economico e politico». Salvini ha anche aggiunto di avere «messo nero su bianco» dinanzi ai ministri del G7 il fatto che «ci sono non tutte, ma alcune associazioni che sono complici, nella pratica, di un business di esseri umani».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti:

Articoli correlati