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lo scandalo

SeeSicily, il “buco nero” dei voucher: ecco gli hotel con più soldi (e meno notti)

Le carte riservate: la top ten dei contributi. Escursioni, 90 agenzie con zero euro di servizi fruiti

Di Mario Barresi |

Senza dover scomodare la politica né la magistratura, il fallimento di SeeSicily è tecnico. E sta già tutto nei numeri. Nel piano della Regione per aiutare le imprese turistiche massacrate dallo stop del Covid non ha funzionato la misura principale: i voucher.«Il buono dell’Isola, in buoni» era l’ammiccante claim. Di buoni, alla fine, le imprese ne hanno incassati tanti grazie al sistema di acquisto “vuoto per pieno”: 101.073 per i pernottamenti (pari a una spesa di 7,1 milioni di euro) nelle strutture ricettive e 54.600 (valore 4,9 milioni) per escursioni e servizi accessori forniti da agenzie di viaggio e tour operator, più 237mila euro per i biglietti di aerei, traghetti e aliscafi. In tutto, secondo l’Autorità regionale di Audit – nel report alla Commissione Ue sul “buco” di 10,7 milioni di «spese inammissibili» di SeeSicily – sono stati pagati 12,2 milioni. Parecchi soldi, ma comunque molto meno della dotazione iniziale dopo lo stanziamento di 75 milioni nella “finanziaria di guerra” del 2020. Nella prima delibera di giunta, la 246/2020, sono infatti previsti 37,2 milioni per i pernottamenti, 18,1 milioni per le escursioni e 13 milioni per gli sconti sui mezzi di trasporto. In tutto, dunque, oltre 68 milioni da investire in voucher. Un anno dopo, con la delibera 329/2021, il piano viene rimodulato: i fondi per i pernottamenti scendono a 33,3 milioni, quelli per i servizi salgono a 14 milioni e rimane immutata la posta dei buoni per aerei, traghetti e aliscafi. Quest’ultimo dato, 13 milioni, sopravvive anche all’ultimo taglio del governo regionale (delibera 136/2022), che – mentre sestuplica il peso di «promozione e monitoraggio» da 4,8 a 28,8 milioni – riduce i fondi per i bonus a 25,3 milioni (alberghi) e a 10,1 milioni (visite guidate), fissando il plafond finale a 48,4 milioni.

Il numero di partenza

Quest’ultimo è il numero di partenza. Rispetto al quale il valore dei voucher richiesti (e pagati dalla Regione alle imprese) sarà di circa un quarto: 12,2 milioni, il 16% dei 75 milioni stanziati come cura post pandemia. Ma la cifra cala vertiginosamente quando si arriva ai buoni realmente fruiti: 3.140.093,99 euro per i pernottamenti (41.563 voucher fruiti), il 44% di quanto incassato e 1.868.490 euro per le escursioni (20.761 servizi effettuati), pari al 38% dei contributi, più i 237.244,15 euro per i trasporti. In tutto, dunque, il traino di SeeSicily sul turismo siciliano è pari a poco più di 5 milioni.

Il dato da contestualizzare

Bisogna contestualizzare il dato. Che potrebbe essere influenzato dalla ripartenza col freno a mano del settore, nella paura globalizzata del Covid. Ma i numeri dicono che il trend della misura si mantiene costante nel tempo. L’analisi dell’Audit viene realizzata per periodi contabili. Nel 2020/21 la Regione certifica all’Ue 3,5 milioni di euro in pernottamenti (49.284 voucher). Di questa somma più della metà (1,8 milioni, 26.474 buoni) non viene fruita; va anche peggio per le escursioni: su 1,9 milioni anticipati ai tour operator, oltre 1,1 milioni (13.086 buoni) restano inutilizzati. E le cose non cambiano negli anni successivi. Nel 2021/22 l’importo certificato alle strutture ricettive è di 3,4 milioni per quasi 50mila voucher, di cui 31.715 non usati (oltre 2 milioni di euro), mentre per le visite vengono usati dai turisti 11.765 buoni sui 30.900 prepagati da Mamma Regione al prezzo di 2,7 milioni, con 1,7 milioni intascati per servizi non resi. La proroga di SeeSicily al 31 dicembre 2023, disposta dall’assessorato al Turismo anche per rispondere alla prima “stangata” Ue, ci consegna anche i dati relativi all’ultimo periodo contabile considerato dall’Audit: il 2022/23.

Il flop conclamato

Quando il Covid è quasi un brutto ricordo e SeeSicily è un flop conclamato. Pur essendo di appena 72.819 euro (1.344 voucher) l’investimento negli alberghi in Sicilia con i soldi pubblici, ben 787 pernottamenti sono rimasti non goduti. E anche i pochi servizi accessori pagati alle agenzie (2.400 buoni, costati 216mila euro) sono rimasti nel cassetto: inutilizzati 1.618 ticket, pari a oltre 145mila euro. Nell’ultimo periodo, però, compare la voce “sconto su voli/traghetti/aliscafi” per la quale ci sarebbero a disposizione sempre i 13 milioni mai ridotti. Quanto ha fruttato l’intervento? Appena 237.244,15 euro. Ovvero l’1,8% delle previsioni iniziali.

Oltre i numeri

Fin qui i numeri. Incontrovertibili. Ma proviamo ad andare oltre. Perché SeeSicily ha fallito? Non certo per carenza di risorse per la promozione, visto che con i 28,8 milioni “stornati” (poco meno dei 32 milioni dei finanziamenti privati incassati da tutti i partiti italiani per la campagna elettorale delle Politiche 2022, secondo il dossier di “Trasparency International”) si potevano stanare turisti persino al Polo Nord. Quindi non ha funzionato la comunicazione, pur essendo costata quasi il triplo dei soldi finiti alle imprese turistiche. Ma del contenuto effettivo del piano promozionale (e delle sue anomalie) ci occuperemo nei prossimi giorni.L’altro corto circuito, evidentemente, è nella filiera dei bonus. Che sono il modello scelto dalla Sicilia, diverso dal regime di aiuti de minimis utilizzato invece dalle altre Regioni per indennizzare le imprese del comparto. La Commissione Ue ha chiarito che «i voucher per stimolare la domanda» sono uno strumento «non ammissibile al sostegno del Fesr», perché non previsti dal Regolamento di settore e non considerabili «come capitale circolante in quanto il costo di tali voucher non sarebbe sostenuto dalle Pmi».

La pezza del dirigente

Il dirigente generale della Programmazione, Vincenzo Falgares, s’è affrettato a metterci una pezza, precisando come «il termine “voucher” sia stato utilizzato impropriamente, laddove in effetti gli interventi previsti consistevano nell’acquisto anticipato di servizi turistici a prezzi di mercato da operatori della filiera, nel rispetto del codice dei contratti». Ma a Bruxelles non sembrano convinti.Eppure, nel concreto, c’è un problema di effettiva risposta dei destinatari della misura. Ai quali, nonostante il goffo tentativo dell’assessorato di chiedere la restituzione del corrispettivo dei voucher non goduti dopo il primo «avvertimento» della Commissione, quei soldi spettano per diritto, come peraltro chiarito anche da un parere riservato dell’Avvocatura alla Regione. E qui, per capirci meglio, arrivano in soccorso altri numeri. Che La Sicilia ha potuto consultare nella banca dati di SeeSicily. Il dato più impressionante riguarda i servizi turistici. Sui 348 destinatari di fondi ce ne sono ben 90, agenzie e tour operator di tutta l’Isola, che hanno ricevuto il massimo contributo erogabile, 13.500 euro per 150 escursioni, senza aver poi fornito alcunché. Com’è possibile che, nell’Isola che accoglie 16,4 milioni di turisti (dato del 2023, con un +10,8% rispetto all’anno precedente), nessuno abbia voluto sfruttare il buono da 90 euro per visitare gratis, ad esempio, la Valle dei Templi di Agrigento o il Teatro greco di Siracusa?

Chi ha preso di più?

Ma non è tutto. Spulciando i documenti, infatti, si apprende che ci sono 19 strutture alberghiere siciliane che hanno incassato una cifra superiore a 100mila euro per i voucher prepagati. Non sempre poi diventati pernottamenti reali. A guidare la classifica dei fondi della Regione, con 199.920 euro ricevuti, è il Brucoli Village. Bizzarria della sorte, proprio dove il gruppo alla Camera di Fratelli d’Italia (partito degli assessori regionali al Turismo dal 2017 a oggi) ha organizzato, lo scorso ottobre, la tre giorni “Italia, le radici della bellezza – Turismo, cultura, enogastronomia, sport”. Il resort ha confermato 2.352 voucher del valore di 85 euro l’uno, ma ne sono stati fruiti appena 823 per un importo di 70mila euro; il resto è utile puro. Ma, nella top ten di SeeSicily, c’è chi ha fatto peggio. Come l’hotel Costa Verde di Cefalù: su 198.900 euro (2.340 buoni), ne ha incassati 189.210 per soggiorni non erogati. Più coerente la medaglia di bronzo: il Torre del Barone di Sciacca, della stessa catena del primatista, ha ottenuto dalla Regione oltre 184mila euro, di cui 112mila per notti offerte ai turisti. Meglio fa il Pollina Resort, sempre del premiato gruppo Mangia’s, quarto per contributi ricevuti (173.340 euro), che ha confermato 2.608 dei 2.889 buoni incassati. Scorrendo la classifica si trovano le altre strutture con più finanziamenti: dall’Athena Resort di Ragusa (2.568 buoni da 60 euro l’uno, per un totale di 154.080 euro, di cui 87.900 euro non fruiti) al Catania International Airport (usati 1.378 voucher su 1.605, appena 19.295 euro di soggiorni non forniti) fino al’Hopps di Mazara del Vallo, che invece totalizza soltanto 50 pernottamenti sui 1.431 per i quali ha ricevuto 121.635 euro. Ma c’è chi invece ha fatto godere ai propri clienti il 100% dei voucher incassati: l’Antares Olimpo di Letojanni (1.941 pari a 164.985 euro), l’Astoria Palace di Palermo (1.878 per quasi 160mila euro), il Villaggio Fontane Bianche e l’Arenella Resort nel Siracusano (rispettivamente 1.416 e 1.380 per un valore di 120mila e 117mila euro) e il Caesar Palace di Giardini Naxos, con 1.317 bonus incamerati per 112mila euro.È la dimostrazione, dunque, che a fronte di chi magari ha “snobbato” la misura dopo aver richiesto il contributo, alcuni albergatori con i soldi a fondo perduto hanno davvero accolto i turisti. Come del resto è successo alle quattro piccole strutture catanesi di affittacamere riconducibili a familiari dell’ex assessore al Turismo, Manlio Messina: appena 153 voucher richiesti, per poche migliaia di euro, ma tutti effettivamente fruiti. È l’eccezione virtuosa che conferma la regola del fallimento di SeeSicily.m.barresi@lasicilia.it

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