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Set impianti, arresto e sequestro beni per imprenditori Ranieri

Set impianti, arresto e sequestro beni per imprenditori Ranieri

Sono scattate le manette per il padre Antonio e i due figli Francesco e Raffaele, soci della ditta, con l'accusa di aver distratto fondi dalla società fallita/VIDEO

Di Redazione |

CATANIA – La Guardia di Finanza di Catania ha eseguito misure cautelari personali nei confronti di tre imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento, dichiarato dal Tribunale di Catania, della ‘Set Impianti srl’ di Augusta (Siracusa). Militari delle Fiamme gialle stanno contestualmente sequestrando beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro.

Gli arrestati per bancarotta fraudolenta sono i fratelli Francesco e Raffaele Ranieri, soci della ditta, ed il padre Antonio, amministratore della società, che – secondo quanto si apprende – sta rientrando in Italia dall’estero per costituirsi. Per tutti e tre sono stati disposti gli arresti domiciliari. Le indagini, dirette dai pm Michelangelo Patanè e dal sostituto procuratore Fabio Regolo, del pool che indaga sui reati contro la criminalità economica della Procura distrettuale di Catania, sono state svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria in collaborazione con i consulenti tecnici nominati dall’autorità giudiziaria.

 Le Fiamme Gialle stanno anche procedendo al sequestro preventivo di somme di denaro e beni aziendali che secondo l’accusa sarebbero stati distratti dal patrimonio della ditta fallita: 2,5 milioni di euro, due rami d’azienda che riguardano la costruzione di imbarcazioni e la costruzione e manutenzione di impianti industriali nel settore petrolchimico per un valore complessivo di 12 milioni di euro e un capannone industriale, del valore di 700 mila euro.

 La vicenda nasce dal fallimento della «Set Impianti S.r.l.», società già operante nella realizzazione e installazioni di impianti industriali, trasferita da Augusta (Siracusa) a Catania alla fine del 2012 e dichiarata fallita nel novembre del 2014 con un passivo di oltre 20 milioni nei confronti dell’Erario. Numerose ed articolate secondo gli investigatori le operazioni che hanno condotto al fallimento la società che è stata progressivamente svuotata di tutte le attività economiche e finanziarie, che sono state trasferite verso altre società riconducibili agli indagati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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