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Truffa da 200 mila euro col Bonus Renzi: sette misure a Barcellona Pozzo di Gotto

La Guardia di Finanza ha scoperto un ingegnoso sistema messo in opera da sei imprenditori e un consulente tutti sospesi dall'attività per un anno

Di Redazione |

La misura del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale, per la durata di un anno, è stata notificata a un consulente del lavoro e sei imprenditori dai Finanzieri del Comando Provinciale di Messina che hanno eseguito un’ordinanza del Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto. Tutti sono accusati a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Gli investigatori delle Fiamme Gialle della Compagnia di Milazzo e della Tenenza di Barcellona Pozzo di Gotto hanno fermato un sistema ingegnoso ideato per ottenere indebiti vantaggi fiscali, compensi e indennità, manifestando assunzioni fittizie di lavoratori.

Nel dettaglio, i sei imprenditori indagati, con la partecipazione di un consulente del lavoro, hanno consapevolmente creato le società al centro dell’inchiesta, risultate assolutamente improduttive e prive di alcuna struttura aziendale, al solo fine di instaurare i fittizi rapporti di lavoro, anche di breve durata, comunque sufficienti a giustificare le richieste di indennità.

Le investigazioni, sviluppate in collaborazione con gli Ispettori dell’Inps, hanno preso il via dal monitoraggio di alcune imprese che, in modo anomalo, beneficiavano di cospicue agevolazioni previdenziali, con particolare riferimento al cosiddetto “bonus Renzi”.

Le false assunzioni consentivano, poi, di giustificare, in un secondo momento, l’indebita percezione dei contributi assistenziali a sostegno del reddito, legati alle indennità Covid-19 e principalmente alla cosiddetta NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Quest’ultima consiste in una prestazione sociale che serve a garantire una tutela economica ai lavoratori subordinati che hanno perduto involontariamente l'occupazione, garantendogli la corresponsione del 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni.

Le indagini hanno altresì evidenziato come la procedura messa in piedi consentisse, in aggiunta, l’ulteriore vantaggio di fornire l’opportunità di costituire, in capo ad alcuni lavoratori, una propria posizione contributiva, tale da permettere la fruizione, in futuro, della pensione.

Complessivamente le persone indagate per la vicenda sono sono 51. Il del Tribunale di Barcellona, su richiesta della Procura, ha disposto, nei confronti del professionista e degli imprenditori coinvolti, l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale per la durata di un anno. Nei confronti di gran parte degli indagati è stato disposto il sequestro delle somme indebitamente percepite per un ammontare di circa 200 mila euro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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